sabato 7 settembre 2019

Altprogcore September discoveries


Si inizia con una scoperta che non è una scoperta, il primo album da solista di Richard Henshall, chitarra degli Haken, è molto meglio di ciò che hanno fatto ultimamente lui e i suoi compagni. Henshall si dà al djent con la declinazione fusion che ha già testato con i Nova Collective, il che rende The Cocoon un ascolto interessante per chi pretende qualcosa di più dal solito prog metal. Tra gli ospiti Jessica Kion, Chris Baum, Ben Levin dei Bent Knee, Jordan Rudess, Ross Jennings e David Maxim Micic. Disponibile anche in versione solo strumentale.



Ho scoperto questo unico album dei Dimphonic datato 2016 grazie al video di uno dei suoi membri nel quale coverizza Stinkfist dei Tool risuonando tutte le parti in modo fedelissimo. Nur5e riporta naturalmente qualche influsso Tool, ma è un bel concentrato di new grunge e di ottimi groove heavy rock in bilico tra i RATM e i Deftones.



Clément Belio è la versione francese di un Plini che incontra un Jacob Collier, nel senso che il ragazzo è un prodigio che dal 2013 suona e produce la sua musica tutto da solo e il suo stile è un amalgama di prog, fusion, musica etnica e djent. Patience è il secondo album realizzato da Belio, che esce a cinque anni di distanza dal suo debutto, affinandone l'eclettismo e la maturità compositiva.



I Future Machines suonano un convulso e aggressivo math rock nell'omonimo EP di debutto con un tocco di psichedelia e noise. Per i fan degli Alpha Male Tea Party, ma ancora più schizzati.



La proposta dei The Case Of Us è un art rock che cerca in ogni modo di essere originale e più personale possibile, portato avanti con la stessa caparbietà dei Bent Knee per cercare di distinguersi. Lo sforzo è da apprezzare, ma ancora c'è la sensazione che manchi una spinta, quel qualcosa in più che renda il tutto maturo.

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