sabato 1 giugno 2019

Altprogcore June discoveries



Gli Earthquake Lights sono un quintetto di New York che esordisce con Distress Signals, un album dal carattere pop jazz molto raffinato e melodie eteree come fosse un incontro tra i mondi musicali dei Copeland e dei primi The Reign of Kindo. Molto curato e suggestivo l'interplay tra il piano e l'orchestra (che è stata registrata niente meno che agli studi Abbey Road) presente in molti brani.



Formati dal chitarrista Joge Torres e dal batterista Stephen Wilson, i Deeply Woven sono completati da Shawn Hadid (chitarra) e da Sean Wallace (basso). Nel loro omonimo EP d'esordio pubblicato l'anno scorso vanno ad infoltire le fila di quella prog fusion strumentale imparentata col metal attraverso un bello stile. Tra reiterazioni in stile minimale, tastiere prog e passaggi ambient i Deeply Woven riescono a mantenere fresco, evanescente e propulsivo il sound. Un nuovo inedito singolo dal titolo The Unending Thread è uscito il 10 maggio.



Già titolari di uno spettacolare esordio con Popular Demain, i dublinesi Alarmist si apprestano a pubblicare il seguito con Sequesterer in uscita il 19 luglio. In un ipotetico abbraccio sonoro tra Three Trapped Tigers e Jaga Jazzist il math rock orchestrale del trio si tinge di elettronica e jazz spaziale.



Il duo chiamato The Resonance Project, formato da Lang Zhao (batteria) e Yas Nomura (chitarra e basso), suona un prog metal strumentale di alta classe e virtuosismo. L'omonimo album di esordio ospita molti musicisti e si colloca sulla scia della fusion djent degli Earthside, molto patinato e molto suggestivo.



Joseph Stevenson è il one man band che si cela dietro il moniker StarSystems, produttore e polistrumentista. Il suo prog rock strumentale è influenzato in uguale misura dalla fusion e dal lato più soft del djent alla Plini. Nel nuovo album Lift non mancano ospiti di prestigio alle tastiere come Richard Blumenthal (Aviations, Blumen) e Jordan Rudess.



The Act Of Disintegration è l'EP di debutto del musicista finlandese Joona Samuel (chitarra e tastiere) in uscita il 5 luglio. Il jazz rock suonato dall'ensemble diretto da Samuel attinge da influenze del passato e del presente, mostrando nelle sue varie diramazioni tematiche una molteplicità di stili sonori che vanno dai The Mars Volta a Chick Corea.


Trio di Melbourne incentrato su i due bassi di Matt Fack e Toby Peterson-Stewart ai quali si aggiunge Jerome Lematua alla batteria. The Mind's Eye è il terzo EP del gruppo e risponde alla domanda di come suonerebbe un incontro tra math rock e post rock.



Gli ex MoeTar Tarik Ragab e Moorea Dickason hanno formato la nuova band Raze the Maze il cui album d'esordio uscirà entro questo mese. Il primo singolo è Riot is a Storm e come direzione sembra molto più diretta e rock rispetto all'art prog a cui i MoeTar ci avevano abituato.




Appendice giapponese

Un disco d'esordio che si preannuncia scoppiettante di idee strampalate ma competenti quello dei De Lorians. Questi giovanissimi ragazzi di Tokyo si dicono ispirati in egual misura da Frank Zappa e dalla scuola di Canterbury, suonando un jazz irriverente e scanzonato che non manca di un retrogusto altamente anni '70. De Lorians è in uscita il 26 luglio.



I NABOWA sono una bella formazione di Kyoto che suona musica strumentale che raccoglie nel suo perimetro diverse influenze tra cui math rock, jazz, elettronica, neo classica, pop etnico, per un album dove ogni traccia è un mondo a sé stante.



Il duo giapponese ヨルシカ (Yorushika), formato dal produttore e compositore n-buna e dalla cantante suis, hanno pubblicato il terzo album だから僕は音楽を辞めた. Si tratta di j-pop nella sua essenza più pura e raffinata non esente da venature math rock lontanamente imparentato con quello dei JYOCHO.
http://yorushika.com/

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