lunedì 15 aprile 2019
Isbjörg - Iridescent (2019)
A partire dal 2015, ovvero l'anno della loro nascita, i danesi Isbjörg hanno pubblicato due EP e il singolo In Endings, quest'ultimo da segnalare assolutamente per la sua particolarità: come una specie di esperimento interattivo per l'ascoltatore, esso è formato da undici brevissime tracce che vanno a formare un intero brano compiuto, ma allo stesso tempo, se questi frammenti vengono suonati in modalità shuffle, ogni volta si crea una versione differente del brano.
Arrivando quindi all'esordio con Iridescent, in uscita il 26 aprile, gli Isbjörg presentano un sound progressive ormai rodato e pronto per un full length. Come gli altri lavori anche Iridescent vede la band farsi carico di ogni fase nella produzione, un aspetto che, nella propria indipendenza, emerge con fierezza per la cura dei suoni e l'attenzione ai dettagli. In particolare la caratteristica degli Isbjörg è quella di dare uno spazio prominente al pianoforte piuttosto che ai suoni sintetici delle tastiere, cosa che serve come mezzo per far emergere tutto il lirismo di Mathias Bro Jørgensen che si contrappone alle ben due chitarre elettriche presenti in formazione suonate da Dines Dahl Karlsen e Lasse Gitz Thingholm.
Alle tracce vengono donati contorni tanto epici quanto malinconici, ma è l'energia profusa specialmente in brani come Supine, Needles e The Curtains Slowly Rise, anche grazie ad una solida sezione ritmica composta da Mathias Schouv Kjeldsen (basso) e Frederik Ølund Uglebjerg (batteria) e alla voce limpida di Niklas Jesperse, che rende Iridescent quasi un naturale erede del progressive americano degli anni '90 con in aggiunta qualche influsso AOR. La suggestiva unione tra piano acustico e chitarre, tipo su Petrichor e While The Sunlight Grace The Mourning, genera anche inaspettati break di intermezzi e arpeggi dall'impronta neoclassica che si integra con molta naturalezza nelle partiture rock e prende poi il sopravvento nelle costruzioni in crescendo di Stockholm Reversed e Dimmie.
Un altro punto a favore degli Isbjörg è quello di proporre un prog sinfonico che non è costantemente ansioso di rifarsi ai modelli del passato ma che, attraverso poliritmie e contrappunti melodici, si inserisce nella prospettiva di ciò che stanno facendo oggi i gruppi prog sinfonici più lungimiranti per distaccarsi da quella pesante eredità. Iridescent è destinato perciò a proiettare il nome degli Isbjörg nella lista delle migliori scoperte del 2019.
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