giovedì 31 marzo 2016

The Mercury Tree - Permutations (2016)


Non c'è che dire, con questo nuovo album i The Mercury Tree progrediscono ancora come destrutturatori e guastatori sonori, ambendo a diventare uno degli oggetti più particolari e singolari del progressive rock contemporaneo. Si può ora affermare che il loro eclettismo era solo appena accennato nel precedente Countenance. Su Permutations le regole si fanno ancora meno importanti e fin dalla prima traccia il quintetto di Portland dà dimostrazione di come possa apparire totalmente imprevedibile nei suoi accostamenti di electro prog, math rock, avant-garde, metal e melodismo spinto contrapposto a dissonanze latenti. La ricetta dà luogo ad un sound del tutto personale che ad alcuni risulterà idiosincratico o comunque indigesto, mentre ad altri potrà affascinare per la sua totale peculiarità senza compromessi. Se in passato un punto di paragone poteva essere rintracciato con l'anarchia del primo Mike Keneally, adesso direi che il livello di complessità si è innalzato all'interno di una zona ancor più di nicchia compresa tra le metamorfosi stilistiche dei Cheer-Accident (ma qui frullate in un unico album) e il dadaismo patafisico dei Soft Machine.
 

http://mercurytree.net/

8 commenti:

Franco ha detto...

Quest'album, insieme all'ultimo degli Yugen e degli Elephant9, si candidano ad essere i dischi dell'anno...ma aspetto con ansia l'uscita dei Deus Ex Machina che (dopo averli rivisti in concerto con l'anteprima del nuovo disco), promette bene... ;-)

Lorenzo Barbagli ha detto...

All'inizio l'ho trovato spiazzante, ma più lo ascolto e più mi piace, è un album che ha davvero molto da offrire. Per i Deus Ex Machina...anche io attendo con ansia!

Franco ha detto...

A me è piaciuto subito, e son sicuro crescerà ulteriormente con gli ascolti successivi, c'è solo una traccia che mi lascia un po' perplesso

Lorenzo Barbagli ha detto...

Anche a me è piaciuto subito, con spiazzante intendevo che mi aspettavo qualcosa di più ordinario e invece mi hanno sorpreso favorevolmente. Una bella lezione su come si dovrebbe fare prog oggigiorno.

Franco ha detto...

Sono d'accordo.
Curiosità: per i DEM...era ironico?! ;-) Sul gruppo o sull'ansia?! ;-)

Lorenzo Barbagli ha detto...

Ero serissimo, con i Deus Ex Machina non si scherza. Il miglior gruppo prog italiano da trent'anni a questa parte, sono sicuro che non deluderanno.

Franco ha detto...

Anche su questo siamo d'accordo, anche se nel frattempo si sono aggiunti gruppi come i Junkfood, Tom Moto, Yugen.
Ti dico la verità, quando sono andato a (ri)vederli il 17 Ottobre 2015 alla Casa di Alex (MI), avevo il timore, dopo almeno otto anni, di ritrovare un gruppo fuori forma (in particolare Piras)...ed invece mi hanno entusiasmato ancora una volta...superlativi...
Poi durante i loro concerti si respira un'aria tutta particolare, molto amichevole e coinvolgente... ;-)

Anonimo ha detto...

Questi fanno paura.
Avrò ascoltato un disco vecchio, quello con la mano in copertina, ma i progressi sono assolutamente mostruosi.
Dice di loro Mike Johnson dei Thinking Plague, uno che di musica complessa se ne intende:

"Un'altra band interessante è un giovane gruppo americano abbastanza nuovo ed estremamente innovativo denominato The Mercury Tree, da Portland, Oregon, con i quale Thinking Plague e Hamster Theatre hanno fatto dei concerti assieme. Si stanno evolvendo in un incredibile super trio, il cui leader utilizza la tecnologia dal vivo, looping, ecc. (non tracce pre-registrate) per moltiplicare la sua chitarra, tastiera e voce al fine di ottenere tre musicisti extra sul palco, tutti in tempo reale. La loro musica è talvolta ferocemente sofisticata e diabolicamente complessa, ma abbastanza sorprendente, molto colorata e interessante. Stanno scrivendo rock "avant prog" per strumenti microtonali, e suonano come un mix tra 5uus e Sonic Youth con un po’ di King Crimson anni 80. Sono davvero notevoli."

AntonioC.