giovedì 16 maggio 2013

SOUND OF CONTACT - Dimensionaut (2013)


Ero davvero curioso di ascoltare l'esordio di questa nuova band messa in piedi da Simon Collins e Dave Kerzner. Quest'ultimo ne aveva anticipato qualche mese fa l'uscita nella mailing list di Kevin Gilbert del quale per lungo tempo è stato tastierista e collaboratore. Gli altri musicisti coinvolti nel progetto sono Matt Dorsey al basso, Kelly Nordstrom alla chitarra e, ospite alla voce in una traccia, Hannah Stobart (dei Wishing Tree).

A dire il vero non mi aspettavo chissà cosa dai Sound of Contact, invece devo dire che Dimensionaut mi ha colpito per la sua ricchezza e complessità. Il disco, co-prodotto dai due musicisti e mixato da Nick Davis (XTC, Genesis, Marillon), esce per la mitica etichetta InsideOut e vede Collins portare avanti l'eredità progressive della famiglia (ebbene sì, il "babbo" è il noto Phil) in maniera egregia e, naturalmente, farsi carico delle parti vocali (la sua voce assomiglia a quella del padre, ma possiede un registro meno squillante) e di quelle di batteria.

Senza temere le trappole del genere, il gruppo sin dall'esordio ha deciso di prendere di petto i dettami del progressive rock: Dimensionaut è un concept album (una saga sci-fi su un essere multidimensionale o roba del genere), una durata elevatissima di 73 minuti con 12 tracce, delle quali l'ultima è una suite di quasi 20 minuti. La sfida dei Sound of Contact può dirsi vinta, in quanto l'album è costellato da brani di gran classe, un prog rock moderno tra neo sinfonico e AOR, con molti accenti melodici alla Spock's Beard e contaminazioni da soft rock FM americano.



Molto suggestiva l'ouverture Cosmic Distance Ladder che è una cavalcata dove si susseguono riff di synth e chitarra degni dei Frost*, sfociando nel pop prog alla It Bites di Pale Blue Dot. E i Sound of Contact sono proprio questo: un concentrato del meglio che il prog moderno ha dato. Nella suadente epica di I Am Dimensionaut, Closer to You e Only Breathing Out si possono percepire delle affinità con il bagaglio musicale del padre e dei tardi Genesis. La ballata Not Coming Down e la strumentale Realm of In-Organic Beings sembrano invece degli omaggi ai Pink Floyd. Beyond Illumination mescola un simpatico andamento dub alla Ozric Tentacles con un chorus space rock dove l'intervento vocale della Stobart pone l'accento sull'esotismo mediorientale del pezzo.

L'album si chiude in maniera spettacolare, prima con Omega Point, che, nel suo incedere articolato ma accessibile, probabilmente farà la felicità dei fan di Kevin Gilbert, infine con la suddetta suite Mobius Slip. Il punto di forza di Dimensionaut sta nel non eccedere in sinfonismi pretestuosi e dare invece spazio ed equilibrio ad altre influenze come space rock e AOR. Una formula che non fa pesare affatto la lunghezza dell'opera, ma al contrario crea nell'ascoltatore aspettativa e curiosità.

Tracklist:

1. Sound Of Contact (2:05)
2. Cosmic Distance Ladder (4:43)
3. Pale Blue Dot (4:44)
4. I Am (Dimensionaut) (6:24)
5. Not Comming Down (6:01)
6. Remote View (3:54)
7. Beyond Illumination (5:52)
8. Only Breathing Out (5:56)
9. Realm Of In-Organic Beings (2:52)
10. Closer To You (5:05)
11. Omega Point (6:29)
12. Mobius Slip (19:35)
 Part I - In The Difference Engine
 Part II - Perihelion Continuum
 Part III - Salvation Found
 Part IV - All Worlds All Times



www.soundofcontact.com

1 commento:

The Raven ha detto...

La suite è forse la cosa più interessante di un album irrilevante.