giovedì 26 febbraio 2009

Come acquistare i miei libri

Come avrete notato alla vostra destra, tramite AltProgCore è possibile acquistare i miei libri: The Lamb ordinandolo direttamente a me tramite Paypal (ma ricordo che è disponibile anche su IBS, Libreria Universitaria, BOL e altri) e l'ultimo, appena pubblicato, tramite il sito Lulu.com.

Ho comunque a disposizione, per il momento, alcune copie di Guida al Nuovo Progressive Rock 1990-2008 che possono essere acquistate tramite Paypal per chi non volesse usare Lulu.com.

Ricordo che i prezzi comprendono anche le spese di spedizione.

martedì 24 febbraio 2009

Alcuni aggiornamenti sulle più interessanti uscite dei prossimi mesi:

° I Dredg, dopo il rinvio dell'album ad aprile, hanno fissato la data di uscita del nuovo lavoro per il 19 maggio.
Il titolo sarà The Pariah, The Parrot, The Delusion.


° Il nuovo album di Scott Matthews, Elsewhere, sarà rilasciato invece il 18 maggio e avrà come ospite nientemeno che Robert Plant. Leggere la notizia tratta da Ballymena Times per credere.

° Infine i Sucioperro realizzeranno l'ormai anticipatissimo Pain Agency il 20 aprile e sarà preceduto dal singolo Don't Change (What You Can't Understand) che dal 16 marzo potrà essere scaricato via iTunes con l'aggiunta di due inediti. In uscita, sempre in aprile, anche Duke Pandemonium, la seconda parte della trilogia dei Marmaduke Duke, progetto collaterale di JP Reid assieme a Simon Neil (Biffy Clyro).
http://www.subba-cultcha.com/article_feature.php?id=5876

° Il secondo album dei Fields Hollow Mountains è previsto per marzo, anche se maggio sembra più probabile. Intanto il singolo Are You Ready Yet? è già scaricabile dalla rete. Potete sentirlo o salvarlo cliccando qui. Molto sixties e carino come sound: armonie vocali in primo piano, chitarre elettriche acide, ma nulla a che vedere con i fasti di Everything Last Winter. Sarà che questo ebbe a suo favore la produzione di un asso come Micheal Beinhorn.


domenica 22 febbraio 2009

Qualche sera fa ho avuto la fortuna di assistere ad un concerto di Roberto Gatto con la sua band Progressivamente. Alcuni di voi sapranno che Gatto da qualche tempo è in tour con questo progetto che ripropone in chiave jazz grandi classici del progressive rock degli anni '70. Lo scorso anno è uscito anche un CD allegato a L'Espresso e La Repubblica registrato dal vivo alla Casa del Jazz di Roma.

Gatto era circondato da musicisti come Fabrizio Bosso, Gianluca Petrella, Luca Mannutza, Roberto Cecchetto, Maurizio Giammarco e, in alcuni brani, c'era John De Leo alla voce.
Ed ora arriviamo al punto: con lui hanno eseguito una emozionante versione di Sea Song di Robert Wyatt che ha avuto il merito di farmi intendere ancora di più quanto sia splendido questo brano.

Su Rock Bottom, l'album che lo comprende, è ormai stato scritto di tutto e non mi dilungherò a tesserne le lodi. Metto solo agli atti che un'opera di tale spessore meriterebbe di essere sempre menzionata tra i grandi del Novecento, assieme a quelle di Miles Davis, Igor Stravinskij, George Gershwin e John Cage.

Rock Bottom non è rock, non è pop e, a ben vedere, non è neanche jazz, ma è pura avanguardia nell'accezione più alta del termine. Era avanti nel 1974, rimane una straordinaria opera fuori dal tempo tutt'oggi e la sua singolarità gli permetterà di rimanerlo per sempre.

Grazie Robert!

sabato 21 febbraio 2009

GUIDA AL NUOVO PROGRESSIVE ROCK 1990-2008

Prima del previsto (ma meglio così) ecco che è disponibile il mio libro.
Lo potete acquistare sul sito Lulu.com e cliccando sul bannerino al lato destro dello schermo dove compare la copertina.


Di seguito posto il comunicato stampa sul libro.

Lorenzo Barbagli
Guida al Nuovo Progressive Rock
1990 – 2008

Lorenzo Barbagli, autore del saggio Il Percorso del “lamb” di Peter Gabriel (Edizioni Segno), presenta il suo nuovo libro Guida al Nuovo Progressive Rock 1990–2008, pubblicandolo tramite il sito web Lulu.com.

Il nuovo libro di Barbagli prende in esame la storia del rock progressivo contemporaneo, partendo dal 1990 per arrivare fino ad oggi. Tralasciando i gruppi storici degli anni ’70, sui quali ormai esiste un’ampia bibliografia, il saggio si concentra nell’analisi storica e critica delle nuove band sorte in quest’ultimo periodo. Il fenomeno del progressive rock si è sviluppato come non mai negli anni ’90 e questa guida cerca, nel modo più completo possibile, di mettere ordine tra i moltissimi gruppi che fanno parte di questo panorama.

L’argomento fino ad ora non era mai stato trattato da nessun libro, forse per la vastità dell’argomento, che Barbagli ha affrontato con uno stile agile ed essenziale. Non tralasciando né sottogeneri (come progressive metal, post rock e alternative), né i fondamentali apporti delle scene scandinave ed europee che hanno scardinato la centralità dei paesi anglofoni.

Il libro Guida al Nuovo Progressive Rock 1990 – 2008 è disponibile sul sito Lulu.com all’indirizzo www.lulu.com/content/6008753

Lulu.com: Lulu.com è il mercato leader per i nuovi contenuti digitali su Internet, con oltre 300.000 titoli pubblicati e oltre 4.000 nuovi titoli aggiunti ogni settimana, creati da persone provenienti da 80 paesi nel mondo. Lulu sta cambiando il mondo dell’editoria, permettendo ai creatori di libri, video, periodici, file multimediali e altri contenuti, di pubblicare mantenendo il completo controllo editoriale e dei diritti d’autore. Con uffici Lulu negli Stati Uniti, Canada, Inghilterra ed Europa, gli utenti di Lulu possono raggiungere tutto il mondo.

giovedì 19 febbraio 2009

...AND YOU WILL KNOW US BY THE TRAIL OF DEAD - The Century of Self (2009)

Freschi di contratto con l'etichetta Superball (la stessa di Pure Reason Revolution, Oceansize e Cog) i Trail of Dead tornano con questo The Century of Self che definisce molto bene il loro stile: una rivisitazione del rock europeo in chiave indie americano.
Infatti Jason Reece, Conrad Keely e compagni, pur provenendo dal Texas hanno un suono molto europeo ad iniziare da Far Pavillion che sembra un incrocio tra Biffy Clyro e Green Day. Anche Isis Unveiled è molto punk, ma quello che rimane di questo pezzo (e di molti altri contenuti sull'album) è un poderoso muro sonoro eretto dalle chitarre.
In Bells of Creation il gruppo imita un pò il rock marziale dei Jane's Addiction, ma quando provano a metterci qualcosa di personale, come su Inland Sea, il risultato è molto superiore; mentre nel crescendo di Luna Park si possono individuare riferimenti ai Rolling Stones.
C'è anche spazio per il pianoforte e quando i Trail of Dead ci mettono mano compare l'ombra elegiaca e minacciosa di Nick Cave e quella dei Black Heart Procession.
The Century of Self rimane un album dall'ispirazione discontinua: alcune cose sono interessanti, altre meno e quindi non convince del tutto.

www.myspace.com/trailofdead

mercoledì 18 febbraio 2009

Oggi ho completato la revisione della bozza del mio libro (vedi questo post) e se tutto procede senza intoppi dovrebbe essere disponibile negli ultimi giorni di febbraio/primi giorni di marzo.
Comunque nuovi aggiornamenti saranno comunicati.

lunedì 16 febbraio 2009

THE APPLESEED CAST - Sagarmatha (2009)

Gli Appleseed Cast erano partiti con le coordinate dei Sunny Day Real Estate e ora ce li ritroviamo a celebrare il post rock. Già i segnali erano presenti nel precedente Peregrine (2006), ma ora con Sagarmatha (disponibile da domani) Christopher Crisci (chitarra, voce) e Aaron Pillar (chitarra) dissolvono ogni dubbio.
Sagarmatha si basa su arpeggi di chitarra e chitarre distorte come vortici in più con la voce distante e mixata volutamente in secondo piano come già accadeva su Peregrine e i brani sono più dilatati del solito. Ne esce fuori un curioso ibrido tra lo-fi e post rock, come se Lou Barlow incontrasse i Mogwai.
L'album è a tratti pesante ma è un quasi capolavoro per come riesce ad entrare nelle viscere di questo genere e a comprenderlo a fondo meglio di chiunque altro. Inoltre ha il pregio di aprirsi con As the Little Things Go uno dei migliori pezzi di post rock mai scritti, con quella sua malinconia sognante che evoca vastità desertiche.
Le restanti tracce sono una peregrinazione su mondi ovattati, sonorità lisergiche, riverberi che danno un senso di profondità e distanza.
Sagarmatha va saputo dosare altrimenti si rischia di assopirsi tra le sue spire prima di giungere alla fine, a farne buon uso, al contrario, risulta molto gradevole.

www.myspace.com/theappleseedcast

sabato 14 febbraio 2009

THRICE - The Alchemy Index (Vinyl Box Set)

Sarà disponibile a breve (in uscita il 10 marzo e prenotabile qui) la versione in vinile dei quattro volumi di The Alchemy Index dei Thrice.
Il box set, in una edizione limitata di 3000 copie, raccoglie i quattro ep (che si rifanno ai quattro elementi presenti in natura: fuoco, terra ,aria, acqua) in versione 10" che erano usciti come due doppi ep, il primo nel 2007 ed il secondo nel 2008.

The Alchemy Index Vols. I & II si concede a momenti duri con lo spirito vicino ai suoni aggressivi della band nel primo volume dedicato al fuoco, mentre nel secondo, dedicato all'acqua, la musica si fa più rilassante e liquida. Ma i due ep cercano anche di incorporare e riassumere il percorso artistico fatto finora dai Thrice con assalti al limite dell'hardcore come The Messenger, beat elettronici (Digital Sea) e schegge di metal intellettuale in stile Tool (Backdraft). Il gruppo si cimenta anche in ballate emocore come Burn the Fleet e costruisce canzoni su tappeti sonori simili al post rock in Lost Continent e Night Diving.

The Alchemy Index Vols. III & IV è invece improntato su toni più acustici ed emopop. Nella prima parte dedicata all'aria le canzoni sono attraversate da impalpabili fraseggi e arrangiamenti pittorici che ricordano i Dredg (Broken Lungs e The Sky is Falling). La seconda parte dedicata alla terra è una breve raccolta di pezzi malinconici per chitarra acustica in veste di folk alternativo (Come All You Weary) e per pianoforte (Digging My Own Grave, The Lion and the Wolf).

www.myspace.com/thrice

mercoledì 11 febbraio 2009

MUTEMATH - Spotlight Ep (2009)

In attesa del loro secondo album in uscita questa estate, i Mute Math pubblicano questo Spotlight Ep composto da quattro canzoni. Quella che dà il titolo all'ep dovrebbe essere già abbastanza conosciuta (ascoltabile anche nella loro pagina MySpace) dato che è compresa anche nella colonna sonora del film Twilght.
A parte qualche aggiustamento sonoro più accattivante (vista l'occasione) per ingraziarsi un pubblico più vasto, le canzoni mantengono lo stesso mix di elettronica e psichedelia che avevano i brani di Mutemath.
In realtà poi i pezzi sono solo due e cioè Spotlight appunto e Clockwork. I restanti due Earlylight e Spotlight (Son Lux Remix) sono proprio dei remix della title track, perciò è ancora presto per vedere dove il gruppo andrà a parare con il nuovo lavoro.

www.myspace.com/mutemath

domenica 8 febbraio 2009

Da un paio di anni sto lavorando ad un nuovo libro e sembra che finalmente sia riuscito ad arrivare alla fine. Infatti la bozza è in fase di stampa e una volta che la avrò riveduta e corretta il libro sarà pronto per essere pubblicato.
Ancora non so quando sarà possibile acquistarlo e tengo le dita incrociate affinché la revisione della bozza porti a tempi brevi, spero comunque in una pubblicazione per marzo.

Ma qual'è l'argomento del libro? Questa volta non è un'altra analisi di un concept album, ma l'argomento è altrettanto impegnativo e il titolo è già abbastanza eloquente: Guida al Nuovo Progressive Rock 1990-2008.

Era da molto tempo che avevo questa idea di scrivere un libro sul progressive rock contemporaneo soprattutto per due motivi: il primo è che a livello editoriale non esiste ancora nulla del genere e volevo sopperire a questa mancanza, il secondo è perchè, a differenza degli anni '70, questo periodo l'ho vissuto.
La cosa è stata impegnativa per inserire coerentemente la mole dei gruppi compresi in questo arco di tempo. Sono tantissimi, tenendo presente che dagli anni '90 in poi le scene musicali da prendere in considerazione non sono solo quelle di Inghilterra e Stati Uniti. Proprio così, in questi anni il progressive rock è diventato globale e paesi come Norvegia, Svezia e anche la nostra Italia (solo per citarne alcuni) non hanno nulla da invidiare se confrontati alle due potenze anglofone.
In pratica questa guida si occuperà di tutte quelle band sorte agli albori dei '90 e ne analizzerà discografia e storia con un approccio critico.

Spero che questo libro trovi il vostro favore.
Per altri aggiornamenti continuate a seguire il blog e appena ci saranno conferme lo comunicherò qui.

giovedì 5 febbraio 2009

Il sito purevolume ha dato modo a molti artisti di suonare la loro musica dal vivo grazie alle PureVolume Session, mettendo a disposizione il loro studio (un pò come faceva John Peel).

Ora dai loro archivi hanno estratto delle inedite performance acustiche di vari musicisti tra i quali figurano anche due brani degli Annuals e tre dei The Dear Hunter.

L'indirizzo è http://www.purevolume.com/lost_sessions

mercoledì 4 febbraio 2009

UMPHREY'S McGEE - Mantis (2009)

Il gruppo americano Umphrey's McGee (da Chicago) rappresenta un caso anomalo nel panorama del progressive rock. Nonostante album di indubbia qualità, una carriera più che decennale e concerti a ripetizione, sono ancora ignorati dalla maggior parte dei fan del progressive. Sarà che quello degli Umphrey's McGee non è progressive puro, ma si va piuttosto ad avvicinare alla tradizione delle jam band americane della quale i Greatful Dead furono i principali esponenti.
Un caso simile, direi quasi identico, fu rappresentato negli anni '90 dai Phish (anche loro mai inseriti ufficialmente nella categoria progressive), band a cui gli Umphrey's McGee sembrano ispirarsi musicalmente, ma soprattutto come filosofia di gestione del gruppo.
Gli Umphrey' McGee in pratica, come i Phish, basano la propria forza sulla centralità del concerto visto come una festa collettiva: improvvisazioni costanti, libertà ai fan di registrare le esibizioni e scalette che vengono costantemente cambiate sono all'ordine del giorno. Inoltre esistono, disseminati nel web, veri e propri archivi dei loro concerti, nonchè podcast e download ufficiali.
Per dare un'idea dei consensi riscossi dalla band e, soprattutto, dalle loro performance, si può citare la partecipazione del giugno 2002 al Bonnaroo Music Festival. In quell'occasione, con oltre 30 gruppi che si esibirono di fronte ad un pubblico di 100.000 persone, gli Umphrey's McGee furono gli artisti che vendettero più CD di ogni altro, compresi Norah Jones e Trey Anastasio dei Phish.
La band ha anche sviluppato un personale approccio all'improvvisazione. Una delle session più prolifiche, nata in una stanza di un hotel chiamata "Jimmy Stewart Ballroom", ha dato anche il nome alle loro jam concertistiche battezzate da allora "Jimmy Stewart". Nel loro live Jimmy Stewart 2007, composto esclusivamente da improvvisazioni, compare la traccia What is Jimmy Stewart? che spiega la loro tecnica.
Il gruppo è stato soggetto a vari cambi di formazione dalla sua nascita nel 1997, ma i membri costanti sono rimasti negli anni Brendan Bayliss (chitarra, voce), Joel Cummins (tastiere, voce) e Ryan Stasik (basso).

Mantis, uscito il 20 gennaio di quest'anno, è forse l'album più progressive degli Umphrey's McGee e anche quello che mi sentirei di consigliare come partenza per muoversi all'interno del loro rispettabile corpus discografico.
Mantis, oltre a questo, non è il solito album di prog sinfonico, con momenti pastorali e riflessivi o lunghi assolo di sintetizzatore, ma sprigiona un'energia prettamente legata alla vitalità della lunga gavetta concertistica. Un pò come se avessero trasportato i loro live su disco.
I pezzi sono più articolati che in passato e quasi tutti superano la durata dei sette minuti e per apprezzare i vari strati sonori necessitano più ascolti.
Notevolissima anche la caratura degli arrangiamenti con linearità melodiche e armonie vocali profuse lungo tutto l'album. La title track, Cemetery Walk, Turn & Run sono i brani di punta, tutti improntati su costanti variazioni che testimoniano le capacità d'improvvisazione degli Umphrey's McGee.

www.myspace.com/umphreysmcgee

martedì 3 febbraio 2009

GRAMMATICS - s/t (2009)

Un'altra anteprima. Questa volta è un debutto, un gustoso debutto. Uno di quelli destinati a fare un pò di rumore, dato che sta già mietendo consensi presso i maggiori magazines britannici (la webzine audioscribbler gli ha assegnato nientemeno che 10/10). Ma si dovrà attendere marzo per l'uscita ufficiale di Grammatics.
Il leader del gruppo (originario di Leeds) è l'efebico Owen Brinley (voce, chitarra), proveniente dai Colour of Fire, gli altri sono Emilia Ergin (violoncello), Dominic Ord (batteria) e Rory O’Hara (basso).
Anche se la musica dei Grammatics è stata definita di volta in volta art rock, post-pop, progressive pop, si sente intimamente un legame radicato nel pop inglese più convenzionale (si senta l'arpeggio vagamente beatlesiano di Swan Song). Stesse inclinazioni a toni melodrammatici (Pulp), stesse coordinate glam (Suede, David Bowie), solo che i Grammatics ci aggiungono dei tocchi emo-prog che li distinguono sicuramente dalla massa del mainstream pop.
Alcuni brani di Grammatics erano già usciti come singoli e anche come video.
Ad esempio le due opener Shadow Commitee e D.I.L.E.M.M.A si possono già ascoltare sul web. Entrambi notevoli esercizi di pop cervellotico, un gioco che si espande, toccando l'altro singolo The Vague Archive, e raggiunge l'apice sulla perfetta trasversalità emopop di Rosa Flood.
Brinley è il protagonista assoluto con la sua voce da cantante glam che non disdegna il falsetto e la sua chitarra che può essere schizofrenica e remissiva allo stesso tempo.
Sicuramente un dieci su dieci è esagerato, ma Grammatics è un esordio a tratti irresistibile.