domenica 28 dicembre 2008

THE SOUND OF ANIMALS FIGHTING - The Ocean and the Sun (2008)

Prima di tutto cominciamo con lo svelare chi c'è dietro questo progetto, dato che i quattro musicisti responsabili dei The Sound Of Animals Fighting si nascondono dietro maschere di animali. Rich Balling (voce, è l'usignolo), Matthew Embree (chitarra, basso, voce, è il tricheco), Christopher Tsagakis (batteria, è la lince) provenienti tutti e tre dagli Rx Bandits, in più troviamo Anthony Green, voce dei Circa Survive, che è la puzzola (!). C'è da precisare che la formazione, negli scorsi anni, è stata aperta ad altri collaboratori che si sono calati (e celati) a loro volta nelle vesti di un animale designato.
Oltre allo stravagante modo di presentarsi, cioè indossando maschere dei suddetti animali, la band utilizza anche un singolare modo di composizione basato sul montaggio e l'improvvisazione. Infatti, in ogni album, i singoli membri registrano il proprio contributo separatamente, senza alcun indizio su quale sarà il risultato finale. Solo in seguito, nella fase finale del lavoro, le parti vengono unite assieme. E' indubbio che un metodo del genere possieda una duale potenzialità, indirizzata sia ad ottimi sviluppi creativi, quanto a pura spazzatura. Quest'ultimo risultato è quanto accaduto con il discutibile e velleitario collage del precedente Lover, the Lord Has Left Us... (2006).

The Ocean and the Sun è altrettanto spiazzante, ma in modo del tutto differente e sicuramente più positivo. Esso prende forma principalmente dall'alternative rock, ma, attraverso innesti di noise, elettronica e avanguardia abbastanza spinta, arriva a vorticose soluzioni progressive che tramutano i brani in delle imprevedibili girandole sonore.
Si percepisce la voglia di coniare qualcosa di personale e ambizioso ed anche per questo i The Sound Of Animals Fighting non sono per tutti i gusti, comunque, se si mettono da parte certi pregiudizi, ci si può anche divertire.
Un'altra importatnte componente del sound della band è la psichedelia che emerge grazie alla manipolazione e la miscela dei suoni, come avviene nella title track e in On the Occasion of Wet Snow. Il rock ascetico di I, the Swan riporta l'album a lidi più ortodossi e affini ai Circa Survive, ma si sente che il cuore del gruppo è maggiormente attirato dalle intricate sfide di Blessing Be Yours Mister V e The Heraldic Beak of the Manufacturer's Medallion. Uzbekistan è poi un'autoindulgente ed esagerato collage non sempre riuscito di elttronica, industrial e math rock.
La sperimentazione continua, mettendo alla prova l'abilità dei quattro nel condensare nei brani atmosfere discordanti come ad esempio quelle riflessive contrapposte a quelle aggressive.
Ci vuole davvero coraggio per presentare alle legioni alternative un prodotto articolato come questo. Ma d'altro canto è vero che il pubblico che segue questi artisti è sempre più "educato" ed indirizzato verso posizioni musicali meno scontate.


www.myspace.com/thesoundofanimalsfighting

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