domenica 20 ottobre 2019

South Harbour - A Withered World In Colour (2019)


Interessante esordio questo dei South Harbour, nato nel 2018 come progetto solista, esclusivamente di studio, del chitarrista danese Alexander Varslev-Pedersen, durante il processo di registrazione e produzione si è espanso ad un vero e proprio gruppo che include Kristian Hejlskov Larsen alla chitarra e Andreas Dahl-Blumenberg al basso, già nella formazione dei Feather Mountain dei quali compare come ospite anche il cantante Mikkel Lohmann. Pure la direzione dell'album ha subìto una mutazione in corso dato che inizialmente doveva essere interamente strumentale, ha cambiato poi aspetto e con l'aiuto di vari cantanti è diventato una raccolta eterogenea, non solo per questa motivazione, di progressive metal e blackgaze. Innegabile che la scelta di coinvolgere sei voci diverse per timbro, interpretazione e impostazione, abbia inevitabilmente trasmesso un'identità differente ad ogni pezzo di A Withered World In Colour.

Proprio questa sua natura eclettica, che si apre ad accogliere svariate sfumature di prog metal, fa ritornare alla mente il bilanciamento tra estremi dei leggendari maudlin of the Well. In particolare ci si riferisce al contrastante approccio di generi che caratterizza A Withered World In Colour, impostato su atmosfere agli antipodi combattute tra le spietate lacerazioni growl di A Dying Breed, Naysayer Begone e M Å N E B A R N che trovano il controcanto nelle lunghe tirate psichedeliche di Delusion, Exactly Where We're Supposed to Be e Svalbard. Naturalmente per relazionarsi alla varietà di cui sopra i South Harbour condiscono gli arrangiamenti spaziando tra djent, math rock, gothic metal e post rock, nel tentativo di creare un'opera epica comprensiva di molti linguaggi metal, non risparmiando sensazioni alla Tool su As I Gaze into an Uncertain Future e addirittura tentando un salto mortale per l'ibrido R&B-gaze su Flowers Need Water.

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