giovedì 10 agosto 2017

First Signs of Frost - The Shape of Things to Come (2017)


Uno dei più importanti album dello scorso decennio che ha avuto il pregio di anticipare i tempi su quello che poi è diventato il djent odierno è stato, a mio modesto parere, Atlantic dei First Signs of Frost pubblicato nel 2009 dall'etichetta giapponese Zestone Records. Purtroppo, dopo quella prova il gruppo si è praticamente dissolto aspettando tempi migliori e, forse, soprattutto per cercare un degno sostituto per il ruolo di frontman. Infatti, il cantante di quella formazione fu nientemeno che l'ancora sconosciuto ma già bravissimo Daniel Tompkins. I due chitarristi superstiti della formazione originale, Owen Hughes-Holland e Adam Mason, si sono dovuti rifare da capo in una attesa che è durata ben sei anni. Nel 2015, infatti, il posto dietro il microfono viene finalmente rilevato da Daniel Lawrence (che ha militato nei Kinai e negli All Forgotten) e, insieme al bassista Andy C Saxton (Cry for Silence) e al batterista Alex Harford, Hughes-Holland e Mason hanno ridato vita ai First Signs of Frost. Il primo passo verso la rinascita è questo EP di cinque tracce, The Shape Of Things To Come, in uscita domani attraverso la Basick Records.

Tornando per un attimo ad Atlantic, per spiegare cosa aveva di così speciale quell'album, si può affermare che fu un primo mirabile esempio di come post hardcore, djent e progressive metal potevano interagire. Ogni brano di Atlantic potenziava i riff post hardcore con il tecnicismo del progressive, in più le maestose melodie si intrecciavano nei cumuli atmosferici del djent. Adesso, anche se di tempo ne è passato, The Shape Of Things To Come mantiene quella linea e di gruppi che suonano in questo modo probabilmente ne avrete già ascoltati a volontà, soprattutto riconosciuti nelle linee strumentali che appaiono molto in sintonia con i nuovi giovani dell'ondata djent/fusion. Se siamo arrivati fino a qui, però, una parte del merito va senz'altro attribuita ai First Signs of Frost e il loro ritorno non può che segnare una buona notizia per il genere. The Shape Of Things To Come ripresenta una band attenta a tecnica e cuore con un pugno di brani melodicamente accessibili anche a chi non mastica di djent, grazie a qualche influsso nu metal che in questa sede sostituisce il post hardcore. Un EP di rodaggio forse, ma sicuramente di gran classe.



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