mercoledì 17 agosto 2016
Mike Keneally - Scambot 2 (2016)
Oltre ad essere attivissimo dal lato dei concerti (la sua ultima apparizione è stata al fianco di Joe Satriani, Steve Vai e Guthrie Govan nel tour G3), per quanto riguarda il lavoro in studio avevamo lasciato Mike Keneally nel 2013 con You Must Be This Tall e, ancora prima, c'era stata la collaborazione con Andy Partridge su Wing Beat Fantastic. Per tornare al primo capitolo di quella che è la trilogia del concept Scambot, si deve risalire a ritroso addirittura al 2009, anche se la genesi di tutta la storia risale al 2007. L'idea musicale di Keneally si è sviluppata in quasi dieci anni come un work in progress che si compone di vari elementi mentre il lavoro prosegue. In questo caso pure la registrazione di Scambot 2, come conseguenza, si è avvalsa di vari musicisti che si sono affiancati agli ormai fidi Bryan Beller, Rick Musallam e Joe Travers, tra cui Doug Lunn, Krys Myers, Marco Minnemann, Pete Griffin, Gregg Bendian e Evan Francis.
Come lo stesso Keneally ha ammesso, Scambot vuole essere un banco di prova per la sua creatività, senza darsi delle regole o dei limiti, a partire dal racconto singolare che narra del protagonista Scambot, un musicista frustrato che scopre di essere nient'altro che un giocattolo appartenente alla mente criminale di Boleous T. Ophunji, un magnate della marmellata (proprio così!) che usa e manipola l'umore e le azioni di Scambot attraverso i suoi esperimenti. Tra le altre cose assurde che succedono, ad un certo punto Ophunji riesce a catturare gli Scorpions e altri musicisti al fine di fargli suonare le grandi idee musicali concepite da un certo Govin, ma Scambot 2 si arricchisce di ulteriori personaggi stravaganti che Keneally ci presenta nel corposo booklet. Dato che la storia, i testi e la musica procedono di pari passo e si alimentano creativamente a vicenda è logico aspettarsi mirabolanti fantasie prive di freni inibitori in ognuno di questi campi. Keneally, infatti, apre il disco con In the Trees, un siluro da dieci minuti e mezzo nel quale si sprecano fraseggi elettroacustici math rock, riff metal, suggestioni fusion, mentre il dialogo tra i personaggi è caratterizzato da timbri vocali manipolati al fine di differenziare la loro voce. Superato questo appagante scoglio, gli altri quattordici pezzi veleggiano su una durata più contenuta, quasi canonica verrebbe da dire.
Se il primo volume veniva a patti con un'estetica compositiva molto cervellotica, melodicamente complessa e a tratti ermetica, in questo secondo capitolo Keneally recupera la sua verve di scrittore composito, ma concedendosi a delle soluzioni decisamente più aperte, definendo con Scambot 2 il suo miglior album dai tempi di Dancing. Se in quell'ambito però Keneally aveva dato sfogo a brani che si arricchivano di un piglio da big band rock, dove l'assolo individuale ricopriva un ruolo importante quanto le parti collettive, qui si trattiene e lascia che le stranezze assortite siano il perno della sua visione di canzone, un po' come accadeva su Sluggo!. Il risultato viene ottenuto grazie ad uno spaziare eterogeneo da parte di Keneally nelle progressioni estetiche che ha sviluppato durante la propria carriera. Così il blues Roots Twist, il proto soul di Race the Stars e di Sam si pongono in quella prospettiva di cantautorato prog che era il focus primario di un album come Dog, mentre Clipper e Scores of People invece tornano indietro fino alle amene canzoni intricate di hat., tra cui spiccano i passaggi cubisti di piano elettrico e l'andamento funk/fusion di Buzz. Pretzels riprende lo stile introspettivo acustico/fusion di Wooden Smoke e Nonkertompf insieme alla serenata Cold Hands Gnat. In questo modo, inoltre, Keneally prende la scusa per accostare le cose più lontane, stilisticamente parlando, tipo i febbrili riff hard rock di Roll e il bluegrass di Constructed. Come copiosità direi che ce n'è abbastanza per assimilare il tutto con calma, almeno fino all'arrivo del terzo e conclusivo capitolo (che, a quanto sembra, non sarà previsto in tempi brevi).
www.keneally.com
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento