martedì 9 febbraio 2016

VIII Strada - Babylon (2015)


Già nel 2008, all'uscita dell'esordio La Leggenda Della Grande Porta, scrissi su Wonderous Stories di quanto fosse convincente e maturo quell'album, non solo per ciò che riguardava l'ambito prog metal, e di come i milanesi VIII Strada potessero tenere testa a produzioni internazionali ben più pubblicizzate e blasonate. Speravo che una seconda prova di conferma arrivasse a stretto giro e invece ci sono voluti ben sette anni per arrivare a questo Babylon che vede nella line-up originale solo il cambio di guardia nel basso (Sergio Merlino) e nella chitarra (Daniele Zigliani), mentre i membri originali Tito Vizzuso (voce), Riccardo Preda (batteria) e Silvano Negrinelli (tastiere) sono ancora ai loro posti. Niente di male ad aver aspettato così a lungo comunque, Babylon, credo, abbia avuto modo così di crescere in modo differente dal suo predecessore proprio per questo ed è un bene che gli VIII Strada non si siano ripetuti.

In pratica Babylon opera una nuova scelta stilistica interessante, partendo sempre dal prog metal che caratterizzava la band: al disco questa volta si aggiunge un sapore sinfonico mediterraneo tipico del rock progressivo italiano (molto efficace questa sintesi nella fusion barocca di Preludio e Eclypse e nei classicismi di Deguello), sia nel cantato di Vizzuso sia nelle ouverture strumentali, che raggiungono un buon livello di melodrammaticità nella lunga title-track. Queste peculiarità, che in un certo senso attenuano le tinte forti del lato metal, fanno in modo che il lavoro possa essere apprezzato con maggior facilità anche da chi non è solito accostarsi a questo genere, poiché brani come 1403 Storia di Firenze o Eclipse Anulaire, beneficiano di melodie più accessibili. 

Babylon viene inoltre presentato come un concept album il cui soggetto "è un viaggio nella mente del protagonista che, calato in un tempo-senza-tempo, racconta sentimenti e pulsioni dell’animo umano; è la storia di una coppia tra conflitti, confronti, passioni e progetti". Il che lo porta ad avventurarsi anche in tipici modelli da progressive in brani ad ampio respiro come Ombre Cinesi, la già citata title-track, Slow, dove il gruppo ha la possibilità di sperimentare cambi tematici e solismi che raccolgono incursioni e richiami a musica jazz, classica e teatrale. Anche questa volta la produzione e la realizzazione sono ben curati, facendo di Babylon un album omogeneo nei contenuti e solido negli arrangiamenti, sempre attenti ad equilibrare prog metal e rock melodico.



www.ottavastrada.com

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