martedì 15 giugno 2010

DEMIANS - Mute (2010)


Il primo album dei Demians (anche se dietro c'è il solo Nicolas Chapel), Building an Empire, fu ben accolto dalla critica. Non era chissà cosa, ma qualche pezzo era azzeccato. Personalmente l'ho apprezzato di più dopo aver visto la band dal vivo l'anno scorso in supporto dei Porcupine Tree.

Mute devìa leggermente da quell'hard prog melodico compattamente omogeneo dell'esordio e punta su due strade distinte: da una parte approfondisce molto più ruvidamente la componente heavy, dall'altro un lato più dolce che aveva fatto capolino su Building an Empire.

Swing of the Airwaves, Feel Alive e Tidal (che ha un approccio abbastanza pop) appartengono alla prima categoria, con riff pesanti e gravi, molto diretti e sanguigni. A moderare il tutto ci pensa la voce di Chapel che possiede una tonalità e una potenza nella media, che tende più al melodico invece che al metal.

Il resto dell'album non è duro come questi tre pezzi, ma esplora comunque vari tipi di ballad elettriche, dalla sinuosa Rainbow Ruse alla mediorientaleggiante Overhead. Tra i pezzi più pacati si distinguono la bella Porcelain e la ultra malinconica Black Over Gold con una coda in crescendo, mentre la chiusura affidata alla debole e ripetitiva Hesitation Waltz e alla raccolta Falling from the Sun non è molto incisiva

Il risultato è un album che ad un primo impatto farà una buona impressione, grazie a delle composizioni di sicura presa emotiva, ma si percepisce che, nella lunga distanza e dopo ripetuti ascolti, la maggior parte di esse tende a mostrare alcuni limiti. In pratica Mute dà l'idea di non essere un album tanto difficoltoso da penetrare, un giudizio lo si può ricavare abbastanza velocemente, soprattutto se si è avvezzi ad un prog con qualità non diciamo metal ma quasi.

www.myspace.com/demiansmusic

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