mercoledì 13 gennaio 2010

Michael Beinhorn, ovvero quando il produttore c'è e si sente


Nella sua controversia, è innegabile che la reunion dei Soundgarden avrà generato sia felicità che scetticismo in molti e ha anche portato a singolari messaggi di giubilo come questo. Comunque la si pensi si capisce che la notizia è una di quelle che fanno rumore, attesa da molti, temuta da altri, ma in ogni caso un evento. E come celebrare una tale buona novella se non parlando del gruppo interessato? Con un colpo di scena si potrebbe invece parlare del produttore che li ha portati alla consacrazione definitiva. Colui che, con il senno di poi, ha contribuito in maniera determinante, tanto quanto i quattro membri del gruppo, a consegnare alla leggenda quel capolavoro che fu (e che è) Superunknown. Molti di noi hanno una band preferita, un album preferito e perchè alla lista dovrebbe mancare un produttore preferito?

L'uomo di cui stiamo parlando è Michael Beinhorn, che imparai ad apprezzare proprio per il lavoro svolto su Superunknown e divenne uno dei miei produttori preferiti nonostante avesse lavorato con Marilyn Manson, Red Hot Chili Peppers e Korn.

Cosa ha di così particolare Beinhorn? E' solo uno di quei pochi produttori che quando siede dietro il banco di regia diventa un membro aggiunto della band, nel senso che il suo tocco si riconosce, sa imprimere il suo stile e dona il proprio carattere sonoro ad ogni album a cui lavora (e scusate se è poco!). Quella sua particolare esaltazione delle frequenze basse che infonde a tutto un specie di aura cupa, anche nelle canzoni più solari, è ormai un marchio di fabbrica che ha creato veri e propri capolavori.

Capii di essere entrato nel mondo di Beinhorn quando, senza averene alcuna idea (dato che non avevo letto i credits), ascoltai ...And the Glass Handed Kite dei Mew e, trovando delle affinità con il timbro della chitarra di Bo Madsen con le ben più aggressive chitarre di Cornell e Thayil, intuii che alla produzione ci poteva essere lui. A rendere più facile il compito di Beinhorn nel sottolineare i bassi c'era inoltre l'uso della chitarra baritono da parte di Madsen come ad esempio su Special.



Stessa cosa mi capitò con Everything Last Winter dei Fields (che, a proposito, purtroppo si sono sciolti) dove la continua prominenza dei bassi con il loro suono avvolgente, rauco e distorto al limite del clipping, mi fece venire subito in mente Beinhorn che infatti produsse questo piccolo capolavoro.




Le cronache delle sessioni di registrazione di Superunknown narrano di scontri tra forti personalità (Beinhorn da una parte e Cornell dall'altra) esasperate dal lungo tempo passato in studio. Anche questo album si prestava particolarmente alle cure di Beinhorn, grazie all'uso di accordature aperte particolarmente basse, al limite della cacofonia. Si sentano questi riff cadaverici (come giustaente li battezzò un critico) su Limo Wreck, Mailman o 4th of July. Il mixaggio di quest'ultima in particolare fece saltare i nervi a produttore e gruppo dato che non trovavano una resa soddisfacente. Thayil testimoniò che nei mixaggi (affidati a Brendan O'Brian) 4th of July era l'unica che non funzionava: si riusciva a distinguere solo il ritmo. In effetti la canzone si basa su un'accordatura abbassata delicatissma nel mantenere un'intonazione che non risulti dissonante (le prime tre corde sono in Do, Fa, Do). Quindi fu Beinhorn a prendere in mano la situazione e a togliere le castagne dal fuoco ai Soundgarden, nonostante qualche vivace scambio di battute con Cornell. Shepherd in seguito dichiarò che il mixaggio dell'album, anch'esso molto lungo, fu la parte più veloce del processo di produzione. Ma tutto è bene ciò che finisce bene: i Soundgarden ottennero il loro capolavoro da consacrazione e Beinhorn dimostrò ancora una volta la validità del suo lavoro, facendo suonare Superunknown una spanna sopra a tutto ciò che il gruppo aveva prodotto.

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