giovedì 27 agosto 2015
Skyharbor - Out of Time (single, 2015)
lunedì 17 agosto 2015
Given Names: il nuovo progetto di David Raymond (Hidden Hospitals)
Il primo EP dei Given Names è in uscita l'8 settembre e per il suo lancio è stato creato un video abbastanza disturbante per il singolo Razor Wire.
www.givennam.es
venerdì 14 agosto 2015
Dead Letter Circus - Aesthesis (2015)
http://deadlettercircus.com/
martedì 11 agosto 2015
British Theatre - Cross The Swords (single, 2015)
Il primo singolo ad essere reso noto attraverso Bandcamp è la seguente Cross The Swords un upbeat electro rock molto orecchiabile e contorto che, proprio come ci diceva Vennart, cambia il livello di prospettiva stilistico dei British Theatre, dando risalto a suoni sintetici e algidi, ma come sempre non privi di sperimentazione e sorprese. Attendiamo con impazienza dell'altro.
venerdì 7 agosto 2015
Gatherer - Heavy Hail (2015)
Sinceramente non sapevo cosa aspettarmi da un loro nuovo lavoro e forse è proprio per questo che Heavy Hail mi ha colpito come poche cose in questo 2015. Aspro, potente, anzi, mastodontico, massiccio, con questa prova i Gatherer si reinventano e ripartono a tutto vapore verso gloriosi orizzonti d'acciaio. Un album che preme su suoni industrial e stoner, senza però abbracciarli mai completamente, debitori dei conterranei Shihad quanto si vuole, ma Heavy Hail vibra di momenti post progressive nei beat futuristici di The Machine, Sabotaged e nella semi elettronica di Spaceman. Nei volumi che si affastellano su Sensetional Creations e High Fives viene raccolta tutta la cervellotica ricerca di accumulo sonoro che si innalza tra detonazioni elettriche e ibridi elctro rock. In più, sotto cumuli di detriti metallici, i Gatherer manifestano una propensione per melodie contagiose e incisive. Una sorpresa inaspettata che va ad infilarsi a forza nella top 10 dei migliori album dell'anno.
Streaming completo:
http://gathererband.com/heavy-hail/
mercoledì 5 agosto 2015
Tim Bowness - Stupid Things That Mean the World (2015)
In poco tempo Bowness ha prodotto un nuovo album che, pur rimanendo con l’anima nei confini dei No-Man, possiede qualcosa di diverso rispetto a quello cui ci aveva abituati finora. Un anno fa parlavo su OPEN di Abandoned Dancehall Dreams, secondo album solista di Tim Bowness e di come esso calzasse bene il vuoto lasciato dai No-Man, la sigla che Bowness era solito condividere con Steven Wilson. Stupid Things That Mean the World, oltre a continuare sulla stessa lunghezza d’onda del suo predecessore per fortuna fa anche dell’altro. Ad esempio mostra come le carriere soliste dell’ormai ex duo Wilson-Bowness siano complementari e adiacenti a una linea di cantautorato prog che, se nel primo assume dei contorni maggiormente finalizzati all’impatto emozionale, nel secondo si pone come ricerca delle sue sfumature più raffinate e ricercate, ma sempre con due facce affini, appartenenti alla stessa medaglia.
Anche lo stuolo di ospiti di rilievo che costella l’album contribuisce a rendere la realizzazione di questi pezzi più preziosa, come Where You've Always Been, scritta a quattro mani con Phil Manzanera, o i seducenti interventi degli archi arrangiati da Andrew Keeling. Poi c’è la ballad per piano Sing to Me che è in realtà un pezzo di archeologia dei No-Man, ripescata dai tanti demo che nel tempo Bowness e Wilson devono aver conservato nei loro cassetti riportata a nuova vita. Bowness risulta essere ancora legato a quel mondo in sospeso che proietta una luce obliqua nei suoi lavori, però a modo suo si è evoluto in un art rock che ingloba l’esoterismo pop dei The Blue Nile (All These Escapes, Know That You Were Loved) e il prog intellettuale di Peter Hammill (The Great Electric Teenage Dream), la cui presenza aleggia in modo molto discreto in tutto il disco, non solo fisicamente. Stupid Things That Mean the World è un lavoro che ci presenta per la prima volta un Bowness sicuro dei propri mezzi e che prova a sconfinare verso degli arrangiamenti quasi antitetici tra il minimale e l’orchestrale, diventando forse anche per questo la sua prova migliore.
giovedì 30 luglio 2015
Intervista con i Failure
Dopo 19 anni di silenzio discografico - tanti ne sono passati dal seminale Fantastic Planet - i Failure si sono uniti nuovamente nel 2013, annunciando un nuovo album che si è concretizzato il 30 giugno scorso con il titolo di The Heart is a Monster.
In 19 anni li abbiamo visti impegnati con Autolux, On e Year of Rabbit, ma niente di paragonabile ai suoni spaziali dei Failure. N on è il cuore ad essere un mostro, sono i Failure ad esserlo e l’ultimo album ne è la prova!
Come sono nati i Failure? Chi ha inspirato la vostra musica?
Ken: Io e Greg c'incontrammo quando Greg rispose ad un annuncio che scrissi su di un giornale locale per un bassista. Mi sembra di ricordare che amavamo i Cure, Siouxie and the Banshees .. a quel tempo ascoltavo molta musica oscura..devono essere stati i tempi!
Posso sapere perché i Failure si sciolsero?
Ken: la droga ebbe il sopravvento su tutto…diversi problemi!
Come nacque il desiderio e l'idea di riformare i Failure?
Ken: la sobrietà e sicuramente l'avere figli della stessa età ha contribuito che io e Greg tornassimo ad essere amici. Poi iniziammo a riprovare nel mio studio.
Com'era l'atmosfera di lavorare di nuovo insieme dopo tutti questi anni?
Ottima... specialmente suonando il vecchio materiale.,. era come imparare ad andare in bici di nuovo!
Com'è cambiato il modo di suonare e registrare insieme dal primo album, Comfort, all'ultimo The Heart is a Monster?
I modi di suonare e registrare sono rimasti piuttosto semplici e simili da Fastastic Plaet a The Heart is A Monster dove le canzoni nascevano in maniera del tutto spontanea. Invece, per Comfort e Magnified abbiamo usato il normale processo: scrivere ed incidere demo per poi rinchiudersi in uno studio con un ingegnere del suono.
Molto interessati e fantasiosi sono i vostri artwork. chi li disegna? E come scegliete i titoli?
Ken: per tutti e quattro gli album le immagini sono state scelte insieme in maniera del tutto casuale. Credo che sapessimo già prima cosa volessimo fare. Greg può risponderti in maniera più appropriata riguardo i titoli, quindi giro a lui la tua domanda.
Greg: quando lavoro ad un album, sembro avere sempre un'idea chiara del titolo che vado a scegliere e non c'è alcun altra opzione. Lo so per certo e non posso spiegarti perché. Per The Heart is a Monster fu lo stesso, ma il significato era così chiaro che resistetti per un attimo. Comfort, Magnified e Fantastic Planet dovevano rappresentare la giusta ironia del titolo che l'ultimo album, ovviamente, non possiede. E' un concetto ambiguo ma universalmente applicabile. Il cuore ha un unico significato, a volte è egoista pure nella sua bontà...a volte ci affidiamo a questo aspetto tralasciando le conseguenze e l'intelletto...ciò può condurre a risultati belli ma sicuramente terribili.
Come nascono le vostre canzoni?
Greg: per me i testi trovano la loro energia in un momento particolare della mia vita e, credo, che ci sia sempre questa confusione di fondo, ma Fantastic Planet e The Heart is a Monster sono entrambi caratterizzati da sconvolgimenti personali molto importanti dai quali sono riuscito a prendere le distanze.
Preferisci incidere un album solista o suonare con i Failure?
Greg: non ho inciso un album solista. E' sicuramente una sfida affascinante, ma io sono molto consapevole dei vantaggi della collaborazione e nei Failure è molto evidente come io e Ken ci completiamo a vicenda. E' una cosa rara molto rara e che lascia molto tempo libero, senza obblighi, ma con la consapevolezza che torneremo a suonare solo quando non riusciremo più a controllare la nostra ispirazione. Molto spesso tutto accade senza un reale scambio di parola.
A chi vi rivolgete ora? Voglio dire.. il vostro pubblico è quello degli anni '90 oppure è cambiato?
Il pubblico è cambiato radicalmente... gran parte di esso non era neppure nato quando abbiamo inciso Fantastic Planet.
Qual è stata la vostra reazione una volta scoperto che i Perfect Circle avevano inciso una cover di The Nurse Who Loved Me e i Cave In una di Magnified?
E' magnifico scoprire che certi tuoi coetanei conoscono la tua musica e fanno una cover. Ricordo però anche molto bene il fastidio provato quando sentii la cover di The Nurse Who Loved Me...probabilmente dovuto all'uso di droga e forse perchè ritenevo che una canzone del genere dovesse essere fatta da gente come Barbara Streisand, Carly Simon e Taylor Swift.
Quali sono le canzoni che preferite suonare durante i concerti?
In questo momento mi diverto tantissimo a suonare le nuove canzoni, ma mantiene sempre un certo fascino suonare opere come Smoking Umbrellas, Small Crimes e Heliotropic.
E qualcosa in acustico avete mai pensato di suonarlo?
Fino a quando le canzoni saranno considerate valide, credo proprio che potremo sperimentare nuove forme come ad esempio quella acustica.
I vostri programmi futuri?
Proprio in questo momento siamo in un tour di due mesi per il Nord America. Speriamo poi di continuare e specialmente di riuscire a sbarcare anche in Inghilterra e in Europa per avvicinarci ancora di più con i nostri fan.
www.failureband.com
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