lunedì 1 marzo 2021

Altprogcore March discoveries


Gli Infinity Shred sono un trio di New York che coniuga nel suo sound synthwave e post rock, praticamente una versione più atmosferica dei Three Trapped Tigers. Sono appena usciti con un nuovo EP, ma si raccomanda anche l'ascolto del precedente album del 2019 Forever, A Fast Life.

 
 
The Planet You con l'esordio Techxture si offrono in veste di power trio di math post punk come una sorta di Faraquet più incendiari ed abrasivi. 
 
 
 
Ok, il trio francese dei Lizzard non è esattamente una nuova scoperta, dato che sono in giro da quasi 10 anni, ma il loro quarto album Eroded non è niente male e era giusto segnalarlo.

 
 
 
Un disco eclettico e non convenzionale quello dei Project Mishram. Essendo un settetto indiano all'interno di Meso troviamo naturalmente anche elementi di musica mediorientale, ma la varietà con cui vengono accostati djent, fusion, prog, musica carnatica e sudamericana, hip hop e world music, trasmette una suggestione molto esotica.
 

 

I norvegesi Shaman Elephant nel secondo album Wide Awake But Still Asleep mettono in atto un mix di psichedelia, hard rock, prog e folk di stampo americano ispirato dagli anni '70, ma con un piglio e attitudine abbastanza moderni.
 
 
 
Gruppo di prog metal che ricade in binari piuttosto classici e collaudati, gli Exist Immortal si erano presentati con l'EP Act One - Rebirth al quale seguirà presto il secondo atto anticipato dal singolo Come Alive.
 
 
 
Interessante gruppo di dream pop, gli australiani half/cut pubblicheranno il secondo album Salt an Atlas ad aprile, nel quale, a giudicare dalle prime tracce, dimostrano di essere maturati un bel po' a livello sonoro e compositivo.
 
 

Partiti con un dream pop un po' acerbo, lentamente i Boston Marriage stanno aggiungendo sostanza al loro sound e negli ultimi singoli hanno raggiunto un buon compromesso tra shogaze e pop. Se continuano a progredire in questo modo arriveranno pronti ad un interessante album d'esordio.

 
 
I We Used to Cut the Grass non sono altro che il progetto collaterale del bassista dei Thank You Scientist Cody McCorry, sembrano una versione strumentale dei TYS e infatti nella band ci sono tutti i TYS. Come descrizione penso possa bastare.

 

Dopo aver lasciato i Lonely the Brave per motivi legati alla sua salute mentale, i segnali che il cantante Dave Jakes volesse abbandonare il mondo della musica erano piuttosto concreti. Invece lo scorso dicembre ha pubblicato il suo primo EP da solista, formato da canzoni atmosferiche e malinconiche. La voce di Jakes non rende tutto il potenziale di cui di solito dispone, ma è comunque bello sapere che il suo impegno musicale continua.

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