mercoledì 18 luglio 2012

DISTRICT 97 - Trouble With Machines (2012)


Tra le cose che non si possono fare a meno di notare nei District 97 è la presenza di Leslie Hunt, nota per essere stata tra le finaliste del programma American Idol. È innegabile che, una volta saputo qual è il retaggio della cantante, non si può che rimanere stupiti e ammirati di fronte alla disinvoltura e alla maestria con la quale la Hunt affronta degli spartiti tanto arditi. Questo singolare sodalizio è avvenuto grazie al fatto che i quattro ragazzi della band e la Hunt frequentavano la stessa scuola di musica e, quando la ragazza ha sentito - stupefatta - le jam strumentali dei suoi futuri compagni, si è proposta come cantante.

Quindi cosa troviamo su Trouble with Michines? Troviamo due mondi che si incontrano: la Hunt, come detto, si inserisce benissimo nelle trame progressive rock, nei cambi di tempo, nelle poliritmie e nelle ardite soluzioni armoniche; dall’altro lato, Rob Clearfield (tastiere, chitarra), Jim Tashjian (chitarra), Patrick Mulcahy (basso) e Jonathan Schang (batteria), vengono volentieri incontro alle inclinazioni pop rock della cantante, lasciandole spazi nei chorus più memorabili (Open Your Eyes, Who Cares?).

Molti dei brani presenti su Trouble with Machines non solo erano già stati proposti dal vivo, ma hanno convissuto con il materiale di Hybrid Child. Ma, se vi è capitato di ascoltare quest’ultimo cd e di apprezzarlo, amerete ancora di più Trouble with Machines.

La mistura è come sempre un prog metal sinfonico unito a moderna fusion che la band rende in maniera non scontata già dall’apertura di Back and Forth, con un grandioso tapping incrociato di basso e chitarra e la Hunt che canta doppiando le note del synth. Oppure nei riff convulsi di The Actual Color vi si trovano dei parallelismi con il math prog dei Canvas Solaris accostati alle impennate corali degli Yes. Su The Perfect Young Man, che passa senza tanti traumi dal pop rock alla canzone quasi jazz, fa capolino come ospite alla voce persino il grande John Wetton ed immediatamente pare di essere catapultati in un revival degli U.K..
L'atmosfera rock fusion degli U.K. e dei Bruford viene mantenuta su Read Your Mind, altro pezzo di bravura della Hunt che si confronta con variazioni tematiche che ben adatta al proprio stile vocale.

Arrivati all'ultima traccia si pensa che Trouble with Machines abbia già dato il meglio e invece The Thief è un intarsio finale di grande caratura, drammatico ed epico allo stesso tempo, pieno di cambi tematici, grandi spazi strumentali lasciati a chitarra e synth. Un album solido e senza punti deboli dove ogni pezzo ha qualcosa da dire, facilmente Trouble with Machines sarà da considerarsi tra gli album dell'anno.


Tracklist:

1. Back And Forth (8:43)
2. Open Your Eyes (4:25)
3. The Actual Color (5:47)
4. The Perfect Young Man (10:01)
5. Who Cares? (4:54)
6. Read Your Mind (7:31)
7. The Thief (13:42)

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