mercoledì 5 maggio 2021

Sketchshow - Waves (2021)

Negli ultimi anni il math pop è divenuto più che un elusivo sottogenere che si è sviluppato prendendo le mosse dal suo principale tronco math rock. In particolare in Inghilterra, grazie all'apporto di giovani ed agguerrite band indipendenti, si è creata una nicchia di pubblico (anche internazionale) ed ha acuisito un contorno stilistico ben definito. Fa molto piacere poi notare che all'interno di questa scena si sono distinte in modo particolare band che hanno alla testa delle frontwoman, ricordando Signals., Orchards e FES tra le migliori proposte che il math pop inglese ha oggi da offrire.

Anche gli Sketchshow rientrano tra questi e avevano fatto la loro prima apparizione nel 2018 con il fulminante EP Patchwork. Il nuovo Waves, in uscita questo venerdì, segna il ritorno dopo tre anni, ma questa volta è un full length nel quale il gruppo si è impegnato a progredire ed affinare il proprio stile. Se infatti su Patchwork l'ago della bilancia propendeva maggiormente verso l'aspetto pop del binomio, nel quale immediatezza e linearità permettevano una "gratificazione istantanea", Waves predilige una scrittura più orientata al versante "math", con qualche ammiccamento al prog. In ogni caso non si pensi ad un'opera estremamente complessa per l'ascolto, poiché rimangono intatte quelle linee ritmiche e armoniche trascinanti che ne fanno un lavoro accattivante, solo che le melodie appaiono meno prevedibili del solito e più elaborate. 

Il singolo Chrysalis può servire da buon esempio per spiegare l'evoluzione che, pur trattenendo chorus e armonie di sicuro impatto, spostano la struttura in un contesto quasi da progressive pop. Al primo impatto con Conscious, che apre il disco dopo il breve intro strumentale Awake, tra tutti sembra che la cantante Satin Bailey sia quella che ha incrementato molto il proprio stile di interpretazione, visto che in qualche momento il suo timbro vocale prende risvolti differenti rispetto all'euforico esordio. In questo caso sia lei che il gruppo appaiono più impegnati a dare un contributo emotivo ed espressivo diversificato nello svolgimento dei brani. Trust (Isn't Easy) e Conscious ricadono proprio nella tale categoria, in quanto si diramano e dipanano in vari rivoli di trama e, tra il punto di partenza e quello di arrivo, vengono proposti passaggi che mutano e rimettono in discussione la direzione della composizione.

Anche se gli stratagemmi chitarristici di Luke Phillips e Adam Curran rispecchiano il tapping e i legati tipici del math rock, l'atmosfera del funk pop di Delight e quella malinconicamente solare di Innsæi portano gli Sketchshow ad inserirsi in quella bolla pop punk e midwest emo prettamente di matrice statunitense (una strizzatina d'occhio ai Paramore forse la possiamo mettere in conto). Ai due estremi troviamo Smoke, spigolosa sia nell'incedere sia nel cantato, il quale si inserisce in modo abbastanza libero e slegato dal contesto strumentale, e Empty Without You, una altrettanto elaborata ballad math rock, ma più lineare a livello cantabile. Waves registra un sensibile incremento nella volontà di presentare una scrittura più avventurosa da parte degli Sketchshow e allo stesso tempo lascia intuire che il gruppo possa ancora progredire oltre.

 

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