lunedì 1 maggio 2017

Branch Arterial - Beyond The Border (2017)


Talvolta i tempi tecnici di produzione per un album possono durare veramente molto (avete qualche nome in particolare che vi viene in mente? Magari che inizia con la T). In altri casi, come quello degli australiani Branch Arterial, si mette di mezzo la sfortuna. Formati nel 2009 a Melbourne, dopo aver prodotto l'EP Voices Unknown (2011), nel 2013 la band inizia i lavori per il proprio album di debutto. Se non che, il bassista Kade Turner viene coinvolto in un terribile incidente motociclistico in Sud America che quasi gli costa la vita e, poco dopo, il cantante Nigel Jackson ha dovuto iniziare un trattamento contro una malattia per la quale si è dovuto sottoporre a trapianto di midollo osseo. Capirete che i Branch Arterial sono andati forzatamente in ibernazione a causa di questi tragici eventi, aspettando l'esito del ricovero di entrambi i membri. Un po' come la recente storia di Daniel Gildenlow, tutto è andato per il meglio, i due si sono rimessi e il lieto fine prevede che il quintetto è finalmente riuscito a realizzare l'album Beyond The Border, co-prodotto insieme a Julian Meyer.

Per i fan di gruppi australiani in odore di progressive metal e alternative rock come Karnivool, Dead Letter Circus, Chaos Divine e Twelve Foot Ninja, Beyond the Border può essere collocato accanto alle release di questi senza problemi. Brani come Waste Away, My Curse e Dreamer, con i loro riff che si camuffano tra metal e djent, rappresentano immediatamente una dichiarazione d'intenti indirizzata verso le tendenze odierne del prog metal. Quindi abbiamo molta tecnica da una parte, ma anche brani in grado di piegarsi a strutture contenute nel classico formato canzone con esiti a volte molto gradevoli come nel caso di New Way Home. Mentre l'ottima sezione ritmica in grado di combinare metal, funk, fusion, mostra i muscoli mettendosi molto spesso in primo piano, la voce femminina di Jackson, con un timbro simile a Geddy Lee, assicura un apporto melodico che equilibra l'inclinazione massiccia di certi passaggi, un esempio di stile che raggiunge un aspetto più chiaro su Alone Together. Insomma, contando sui paragoni dei gruppi precedentemente citati, non aspettatevi chissà quali rivoluzioni dai Branch Arterial, ma Beyond The Border può fungere da buon calmante nell'attesa del nuovo lavoro dei Karnivool.


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