giovedì 4 ottobre 2012

Hidden Hospitals - EP 002 (2012)


Gli Hidden Hospitals (ex Damiera e Kiss Kiss), oltre ad aver da poco realizzato un remix del brano Controlled Chaos, pubblicheranno il 30 ottobre il loro secondo EP.

A poco più di un anno di distanza dal primo EP (001), David Raymond, Jared Karns, Steve Downs e John Scott tornano con un altro EP dalle stesse caratteristiche (5 tracce per circa 17 minuti di durata), intitolato significativamente EP 002. Dopo la dissoluzione dei Damiera il frontman David Raymond ha convogliato le forze in questo nuovo progetto che, a sorpresa, ha sfornato una delle cose migliori uscite nel 2012. EP 001 conteneva 5 tracce una meglio dell’altra e costituiva una prova indicativa solida e convincente. Gli Hidden Hospitals ci riprovano con un altro EP - piuttosto che un full length - che riprende il discorso esattamente dove lo avevamo lasciato. Lo stile rimane invariato sulle coordinate di un post hardcore dalle atmosfere altalenanti, non troppo aggressive e intensamente melodiche con alcuni appunti da fare.

I brani di EP 002 sono ugualmente epici e non utilizzano costruzioni complesse, ma risultano forse meno immediati rispetto a quelli del primo EP. Il che non va a scapito della qualità, anzi invitano a trovare le sottili raffinatezze che la band dissemina lungo il cammino, pur affidandosi ad arrangiamenti essenziali. La cosa aveva funzionato alla perfezione nel primo EP, qui richiede maggiore attenzione.

Featherweight è un perfetto inizio che riprende l’energia di Atonement e vi applica un’atmosfera più circospetta che aleggia nei versi al fine di far risaltare il ritornello. The Absence of Emotion parte con un veloce riff post hardcore che si placa con l’ingresso della strofa, lasciando il basso e la voce di Raymond alla guida, per poi tornare con potenza in primo piano come base del chorus. Picture Perfect pone ancora più in risalto il bilanciamento delle atmosfere: riflessivo e quasi mite prima, per poi esplodere con un’improvvisa detonazione di bassi potenti e chitarra stridente. Monsters è quasi un mantra sommesso con batteria programmata e un arpeggio in minore che trasmette inquietudine. Nel corso del brano un’impronta elettronica si fa strada lentamente, ma esso è per la maggior parte basato su una costruzione emotiva che trova il suo compimento nell’esposizione del ritornello finale. Lullaby è sicuramente il brano più orecchiabile, molto concitato e breve (solo 2 minuti e mezzo) con un chorus assolutamente irresistibile che nel finale ci viene proposto anche in versione sincopata.

La band di Chicago eredita dai Damiera il dono della sintesi il che è l’unico “difetto” di questi Hidden Hospitals, in quanto, arrivati alla fine dell’ascolto, vorremmo ancora più musica. Consoliamoci con il fatto che se si sommano i due EP si ottiene un album notevolissimo, sperando che il passo successivo sia finalmente un album completo.




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