sabato 23 maggio 2009

Dredg vs. Pop

Mano a mano che si avvicina la data di uscita di The Pariah, The Parrot, The Delusion (ricordo che è il 9 giugno in USA e il 29 maggio in Europa), iniziano anche a comparire le prime reazioni sul web e devo dire che la maggioranza propende verso giudizi tiepidi se non addirittura negativi.
Per quello che mi riguarda ho già detto la mia su questo post e non vorrei sembrare ripetitivo tornando sull'argomento, ma questo album l'attenzione se la merita veramente. In questi giorni ho continuato ad ascoltarlo e ad analizzare il concept e il mio giudizio non è cambiato, anzi The Pariah, The Parrot, The Delusion è in vetta alla mia classifica personale di CD dell'anno. Molti non la pensano così. Le critiche più aspre sono naturalmente rivolte alla natura pop di alcune canzoni (Saviour e Information su tutte) che sembrano tradire la reale natura del suono Dredg. Alcuni arrivano a porre The Pariah, The Parrot, The Delusion addirittura un gradino sotto Catch Without Arms.

All'uscita di Catch Without Arms ci fu una simile levata di scudi poiché esso non ripeteva le personali complessità e le particolari raffinatezze di El Cielo, ma, nella mia recensione su Wonderous Stories, non criticai neanche quella scelta dato che ci sentivo una genuina voglia di progredire verso nuovi orizzonti. Magari anche facendo un passo falso. Adesso è successa la stessa cosa, ma l'uscita di The Pariah, The Parrot, The Delusion giustifica ancora di più il percorso intrapreso con Catch Without Arms che, con il senno di poi, ha dato la possibilità ai Dredg di creare un album originale e diverso dal passato, sublimando in esso le varie sfaccettature musicali del loro sound. Non vedo come uno scandalo i ritornelli orecchiabili di Saviour e The Pariah, The Parrot, The Delusion è un lavoro molto profondo, che sa regalare un'alta varietà di emozioni, essendo l'opera stessa edificata su differenti livelli creativi.

Direi che questo album va giudicato nella sua interezza e non diviso per tracce. E' qui che risiede la sua forza, nella compattezza totale del lavoro, ogni traccia dona forza all'altra e viceversa: è un equilibrio reciproco mutuato dalla dinamica sonora del singolo pezzo. Sarebbe come giudicare un libro dopo aver letto un solo capitolo a caso, o un dipinto concentrandosi solo su un particolare. Forse il tempo mi darà ragione o forse no, ma giudico The Pariah, The Parrot, The Delusion molto vicino a El Cielo come qualità.

E non dimentichiamo l'argomento "alto" trattato dal lavoro, che si riferisce in particolar modo alla religione e ai dubbi che genera nel mondo moderno.
Apro una parentesi. Casualmente prima di ascoltare l'album sono venuto a contatto con altre interessanti opere che possono integrare le argomentazioni dei Dredg. Il primo è il documentario di Larry Charles Religiolus (bello e divertente, ma soprattutto importante) con protagonista il comico Bill Maher. Il secondo è il libro L'illusione di Dio. Le ragioni per non credere, scritto dallo scienziato inglese Richard Dawkins (in seguito deriso proprio per il suo libro in una esilarante puntata di South Park). Alcuni potrebbero aggiungerci il giornalista Christopher Hitchens che però mi sembra orientato su posizioni ancora più intransigenti. E comunque il mio consiglio è sempre quello di non scartare a priori la lettura o la visione di un'opera con la quale non siamo d'accordo. Anche se alla fine non concorderemo sulle conclusioni è sempre bello avere una propria opinione su alcuni argomenti e non una conformata e dettata dalla società. Chiusa parentesi.

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