mercoledì 26 giugno 2013

Intervista con Jonathon Newby (Brazil)


I Brazil sono stati una meteora troppo veloce nel mondo del post hardcore degli anni Zero. La band fu creata dai fratelli Newby Jonathon e Nic e, durante l'arco di sette anni, produsse solo due album e altrettanti EP. Grazie al loro primo album A Hostage and the Meaning of Life (che rimane un caposaldo del genere), uscito nel 2002, si guadagnarono l'etichetta di eredi degli At the Drive-In. Anche se il gruppo non nascondeva di non gradire tale accostamento, le peculiarità del lavoro avevano più di un punto di contatto: stessa casa discografica (la Fearless Records), stesso produttore del capolavoro Relationship of Command (Alex Newport) e l'alto registro vocale di Newby, molto simile a quello di Bixler-Zavala. Il secondo album dei Brazil infatti, sebbene meno ispirato, cercava di prendere le distanze da quei paragoni, attraverso un sound più adulto e progressivo. Il buon Francesco Notarangelo è andato a riscovare questa band, che meriterebbe senz'altro di essere riscoperta, intervistando l'ex frontman Jonathon che ci parla di quegli anni e dei suoi progetti passati e futuri.


Quando e come nacquero I Brazil?
I Brazil nacquero con mio fratello nel 2000. Io lavoravo in Belgio e viaggiavo moltissimo, mentre mio fratello stava finendo i suoi studi in filosofia. Dopo un breve consulto, notammo di avere qualche idea in comune che girava intorno al pianoforte e così decidemmo di formare una band. Fu molto difficile trovare buoni musicisti in una cittadina come la nostra, ma dopo qualche anno, i Brazil erano al completo.



Quali furono le vostre maggiori influenze musicali?
I gruppi che influenzarono il nostro suono erano molti e diversi e questi cambiavano di volta in volta. Ad esempio, ascoltavamo gruppi come i Faraquet, Fugazi, oltre a moderni compositori come Clint Mansell, Elliott Goldenthal. Con l’avanzare dell’età, iniziammo ad ascoltare molti gruppi prog come Amon Duul II e i King Crimson. I nostri chitarristi provenivano da band più cattive e abrasive e tra questi, me e mio fratello si creò una tensione molto forte durante le prove e la registrazione.



Da dove prendesti spunto per A Hostage and the Meaning of Life?
Fu presa da Trilogia della Fondazione di Isaac Asimov. L’intero album è un puzzle di immagini distopiche...praticamente il futuro descritto da Orwell.
 

Come nacque l’idea di unire pianoforte, sax ed archi in A Hostage and the Meaning of Life?
Mi sono sempre piaciute le orchestre complesse e le interessanti unioni musicali. Mio padre è un sassofonista ed ho sempre chiesto il suo aiuto per i miei progetti. È una cosa naturale!
 
Quali autori hanno influenzato i testi per A Hostage and the Meaning of Life?
In generale moltissima letteratura misteriosa ed esoterica, ma se devo citare alcuni: Isaac Asimov, Yevgeny Zamyatin, Bjork Guòmundsdòttir, The Black Lodge, Lars Von Trier, Toynbee Tiles, Alfred Jarry.
 
Puoi dirmi qualcosa dell’artwork dell’album The Philosophy of Velocity?
Raffigura uno scrittore in crisi che sta letteralmente impazzendo. Inoltre dietro la scrivania si può notare una persona in giacca e col cappello nero...una figura spettrale che angoscia il nostro protagonista!
 
Avete scritto un concept album su un sogno… era un incubo o un sogno?
Direi nessuno dei due, più che altro una lenta discesa nella pazzia. Un’allucinazione. Derivò dall’idea di essere rapiti dentro la nostra stessa mente, la cui unica fuga è un suicidio figurativo.

Come vennero sviluppate le fotografie di The Philosophy of Velocity? (credo che siano davvero magnifiche!)
Quelle foto furono prese dall’agenzia che unì pure il layout. Non posso ricordarmi il loro nome, ma credo che abbiano fatto un gran lavoro.

È finita l’avventura con i Brazil?  Mai pensato di riunirvi?
Ci ho pensato più volte, ma è davvero molto dura. Ci siamo trasferiti tutti quanti e, quindi, siamo lontani.
 
Hai qualche nuovo progetto?
Sì, ho un’etichetta chiamata Young Tobacco Records, a cui appartengono tutti i miei lavori, compresi i Brazil. Al momento non ci sono uscite “fisiche”, ma ho un Soundcloud account dove riporto tutte le mie opere in streaming. È diverso materiale di natura opposta come Autobody, una sorta di apocalyptic noise rock. Jonathon Christmas, invece, è un progetto di baroque pop. City Water è qualcosa di più dispersivo, un progetto di concept minimale. Ce ne sono tanti altri ed oltre ho intenzione di stampare in vinile tutti gli album dei Brazil. Inoltre, io e mio fratello stiamo lavorando ad un film sul mondo del lavoro chiamato Poorly Built Men.






Intervista e traduzione a cura di
Francesco Notarangelo

venerdì 21 giugno 2013

Not a Good Sign - Not a Good Sign (2013)


Se siete dei fan di King Crimson e Änglagård non dovreste assolutamente perdervi l'esordio omonimo di questa nuova italianissima band. Nuova si fa per dire, poiché i protagonisti del "progetto" sono ben noti nell'ambiente progressivo e quindi si potrebbe parlare di supergruppo vero e proprio. L'idea Not a Good Sign nasce dai due Yugen Francesco Zago (chitarra), Paolo "Ske" Botta (tastiere) e l'etichetta AltrOck di Marcello Marinone, coinvolgendo Gabriele Colombi (basso) e Alessio Calandriello (voce) dei La Coscienza di Zeno e, infine, Martino Malacrida (batteria).

L'album si spinge volutamente verso un omaggio al prog rock degli anni '70 con un occhio a sonorità moderne da rock alternativo. Anche se i Not a Good Sign partono dall'eredità di Yugen e Ske (il disco solista), avendo come compositori Zago e Botta, l'album guarda al versante "song oriented" invece che alle complesse suite strumentali. Ma non tragga in inganno l'appellativo "song oriented" poiché esso vuol più che altro riferirsi all'uso di voce - l'ottimo Calandriello e, da segnalare, l'ospite Sharron Fortnam dei North Sea Radio Orchestra - e a brani strutturati in maniera più fluida e meno cervellotica anche se le complessità compositive non mancano di sicuro. Insomma Not a Good Sign trova un buon compromesso tra prog sinfonico e sperimentale.

Se vi piacciono i suoni di tastiere vintage abbinati a chitarre che sanno essere aggressive, ma anche lisergiche, che si rifanno alle sonorità dei due gruppi prima citati (ai quali potremmo aggiungere anche White Willow e gli immancabili Genesis) Not a Good Sign farà per voi.
Qui sotto potete ascoltarlo interamente in streaming:




http://production.altrock.it/

giovedì 20 giugno 2013

Karnivool - "We Are" video

Con un po' di ritardo aggiungo al blog questo nuovo imperdibile pezzo dei Karnivool che anticipa l'album Asymmetry in uscita il 19 luglio (solo in Australia per ora).

mercoledì 12 giugno 2013

The Safety Fire - Mouth of Swords (2013)


Considerando che del loro primo album mi era piaciuta una sola traccia (la title track), il nuovo singolo Red Hatchet, presentato oggi in anteprima, non è male. Il pezzo possiede una impressionante impalcatura di chitarre, un considerevole muro di suono e una riduzione al minimo sindacale di voci screamo.
Comunque, il nuovo album Mouth of Swords uscirà il 2 settembre sempre per InsideOut a poco più di un anno di distanza da Grind the Ocean.

EDIT 23/08:
FULL ALBUM STREAM!






Tracklist:

1. Mouth of Swords
2. Glass Crush
3. Yellowism
4. Beware the Leopard (Jagwar) feat. Tommy Rogers
5. Red Hatchet
6. Wise Hands
7. The Ghosts That Wait for Spring
8. I Am Time, the Destroyer
9. Old Souls

lunedì 10 giugno 2013

Rumble In Rhodos - il nuovo singolo "Mannequins of Memory"



I norvegesi Rumble In Rhodos hanno reso disponibile online il primo singolo Mannequins of Memory, tratto dal nuovo album che uscirà in autunno. Questo nuovo lavoro esce a due anni di distanza dal precedente Signs of Fervent Devotion.
Per chi non conoscesse i Rumble In Rhodos consiglio l'ascolto del suddetto album (oltre che di questo singolo naturalmente) e aggiungo la descrizione della band stessa: We have fused a fascination of old fashioned Punk/Funk, Art Rock, 70’s Prog Rock, and modern indie rock into an expression which shakes your core and gently caresses the small of your back.



http://www.rumbleinrhodos.com/

venerdì 7 giugno 2013

Aereogramme - Acoustic EPs


I defunti Aereogramme, la cui eredità è stata presa in pugno dagli The Unwinding Hours, hanno reso disponibili in download su bandcamp 5 EP acustici che il gruppo vendeva esclusivamente durante i tour. Ci sono versioni acustiche di brani già editi, alcuni inediti e altre tracce non proprio acustiche per un totale di 23 brani. Buon ascolto!

giovedì 6 giugno 2013

The Trophy Fire - Directions for Daylight (2013)


Anche se non si tratta di progressive mi piace segnalare questo ottimo terzo album dei Trophy Fire, band di San Francisco che scoprii grazie ai Dredg, dei quali sono molto amici e di cui il cantante Gavin Hayes fece un cameo in un brano dell'EP Armor che segnalai in queste pagine. I Trophy Fire sono fautori di un gradevole pop rock con tendenze alternative, influenzato soprattutto dalla new wave anni '80. Directions of Daylight è uscito il 21 maggio e di seguito potete ascoltare due estratti di cui uno è il video ufficiale della song Spinning. A questo indirizzo si può invece ascoltare l'opener Hey Dreamer e se volete andare avanti qui c'è In Your Mind, altra canzone tratta dall'album.



http://thetrophyfire.virb.com/