domenica 29 aprile 2012

"Luminol" - un nuovo inedito di Steven Wilson

Steven Wilson ha appena terminato la sua parte di tour di promozione per Grace for Drowning in Sud America. Nella data del 18 aprile, in Cile, è stato registrato da Radio Futuro il seguente brano inedito dal titolo Luminol. In effetti Wilson sta lavorando a nuovo materiale in previsione di rientrare in studio questo autunno e realizzare un altro album solista probabilmente nella primavera 2013. L'album sarà il suo terzo come solista, in quanto ha recentemente dichiarato che i Porcupine Tree sono ufficialmente in pausa (non è dato sapere per quanto) e solo lui deciderà quando è il momento di riprendere le redini della band.

Luminol (che potete anche scaricare) è per lo più un brano strumentale con qualche intervento vocale. Il suo stile ripercorre il progressive rock presentato su Grace for Drowning anche se le atmosfere sono molto più frenetiche. In definitiva, direi promosso!



mercoledì 25 aprile 2012

STORM CORROSION - Storm Corrosion (2012)


Credo sia innegabile che il concretizzarsi del progetto Storm Corrosion è stato, per molto tempo, il sogno di molti. Dietro ad esso due delle menti più eccelse e osannate del progressive mondiale che si uniscono per la prima volta in un lavoro sotto lo stesso nome, notizia di cui si parla da più di un anno. Naturale che tutto ciò abbia comportato tra i fan grande eccitazione e grandi attese.

L’album è stato presentato come la terza parte, o il tassello mancante, tra il secondo album solista di Steven Wilson Grace for Drowning e l’ultimo degli Opeth Heritage. Ma, svelando lentamente i particolari dell’ultima parte di questa trilogia in divenire, alcune cose hanno fatto insospettire. Wilson si è subito affrettato a dichiarare che i Storm Corrosion non si sarebbero imbarcati in un tour di promozione, un po’ per gli impegni precedenti dei due musicisti, un po’ per la natura stessa della musica. Insomma un trattamento da terzogenito trascurato, come se fosse un esperimento venuto male. Ed è proprio l’indirizzo musicale intrapreso dal duo a essere stato pesantemente avvolto nel mistero.

In più, nel mantenere il materiale più segreto possibile, sono comparsi su YouTube dei clamorosi fake (e non parlo dei trailer finto-kitsch anni ’80) spacciati per brani dell’album che, seppur palesemente falsi, hanno comunque tratto in inganno qualcuno (a proposito, è possibile scaricare gratuitamente il finto album Storm Corrosion (of Love and Emotion) che credo sia opera di quel burlone di Åkerfeldt). I sospetti sono aumentati quando anche i 20 secondi di preview - in genere caricati da Amazon qualche settimana prima della release ufficiale - poco dopo che erano online sono stati revocati (per la cronaca, ora sono accessibili). E qui si dirà che non c’è nulla di strano e si fa tutto questo per aumentare l’hype attorno all’album. Invece alcuni hanno intravisto in tutto ciò un certo nervosismo, iniziando a chiedersi se Storm Corrosion fosse effettivamente quel capolavoro annunciato sulla carta o una prova minore. In un certo senso, anche le confidenziali dichiarazioni di Wilson tendevano con cautela a ridimensionare la portata del lavoro, forse proprio per non creare false aspettative.

Cioè, provate a immaginarvi Wilson e Åkerfeldt alla fine delle registrazioni, album alla mano, quando ormai è troppo tardi per tornare indietro, gli annunci sono stati fatti, il lavoro deve essere consegnato e i due musicisti, non proprio soddisfatti del risultato finale, discutono: “Steven…e adesso cosa facciamo?”. “Niente, lasciamo tutto così e creiamo un’aura di mistero intorno al progetto, tanto la gente si aspetta questo”. Teoria esagerata forse. Sicuramente, ma ascoltando Storm Corrosion il sospetto s’inspessisce. Il fatto è che si ha quasi l'impressione che esso sia il frutto di una forzatura e che abbia colto i due in un momento di calo creativo, quando entrambi avevano già speso molte energie per i rispettivi album.

Questo per dire che tipo di mitologia si può creare ancora oggi, nonostante tutto, intorno ad un album lungamente atteso. E tutto ciò non può che fare bene alla musica, la rende viva e pulsante e non certo un mero accessorio come la vorrebbe ridurre l’mp3. Ma non divaghiamo.


Storm Corrosion si adatta sicuramente a quella estetica settantiana che i due autori, separatamente, hanno voluto imprimere al dittico Grace for Drowning - Heritage, dei quali, si diceva, questo dovrebbe essere il naturale completamento. Anche se, comunque, tale caratteristica è l’unica che può accomunare la trilogia, poiché, se ascoltata finalmente nella sua totalità, il percorso da essa tracciato non potrebbe essere più eterogeneo. Ma va bene così, ognuno dei tre tasselli rappresenta la visione di una musica d’altri tempi: Wilson l’ha interpretata con un’adesione quasi scolastica, ma con piglio moderno; Åkerfeldt è stato più radicalmente vintage e allo stesso tempo coraggioso ad applicare tale cambiamento alla sua band, allontanandosi dai toni più marcatamente metal (tanto da aver subìto nel privato delle minacce di morte dai fan, diciamo così, più intransigenti).

Di sicuro i primi a sconcertarsi saranno proprio i fan degli Opeth, che qui non scorgeranno neanche lontanamente un’ombra di metal. Per trovare la cosa più vicina ai Storm Corrosion prodotta dagli Opeth si deve risalire alla calma di Damnation. Poi ci sono coloro cresciuti a pane e In Absentia, che troveranno qui invece il Wilson più progressivo e sperimentale, il lato cioè che forse sarà più apprezzato dai fan della prima ora dei Porcupine Tree.

In defintiva la sorpresa c’è. Storm Corrosion non è quell’album di prog spettacolare che in tanti si sarebbero aspettati. Tutt’altro. Storm Corrosion è un’opera bucolica, acustica, pacata e quasi avant-garde. Il duo lavora per sottrazione, consegnandoci un pugno di ballate pagane dai colori tenui e pastello, gli stessi che tratteggiano l’inquietante cover che descrive bene anche il contenuto. Gli strumenti che prevalgono sono chitarre acustiche, tastiere e percussioni, l’assenza di batteria è quasi totale e le orchestrazioni non sono barocche o sinfoniche, ma minimali.

Ora, Wilson e Åkerfeldt si sono conquistati nel tempo una tale popolarità di culto che il solo tentare di muovere qualche critica ad una loro collaborazione sembra da snob. Il fatto è che basta avere una minima cognizione di storia del progressive rock moderno per capire che Storm Corrosion è pieno zeppo di richiami a cose che molti altri gruppi hanno già fatto, e pure meglio. Prendete ad esempio Landberk, White Willow e, se proprio vogliamo, gli ultimi Ulver, allora avrete una vaga idea sul tipo di atmosfera che aleggia su tutto il lavoro. A differenza dei suoi due predecessori complementari, Storm Corrosion non pesca direttamente dal prog degli anni ’70 per attualizzarlo ai nostri giorni, ma bensì passa attraverso il checkpoint degli anni ’90 e lì si ferma.

Storm Corrosion affonda come un macigno nella malinconia autunnale (tanto che farlo uscire a maggio sembra quasi un controsenso), in tristi madrigali dall’impostazione crepuscolare, a tratti soporiferi, tipici dell’estetica progressive scandinava. In più riesce a far sviscerare compiutamente l’amore di Åkerfeldt per i Comus, oltre ad esprimere quello per il cinema di Wilson, attraverso una generale sensazione da rituale pagano alla The Wicker Man.

Drag Ropes è un lungo e tortuoso requiem che, posto in apertura, più che creare curiosità lascia perplessi, generando un anti-climax continuo. Si inizia con dei cupi bordoni di tastiere che mano a mano si sommano a melloton e orchestrazioni sintetiche non solenni ma misteriose. In questo clima oppressivo si aspetta una liberazione o esplosione che non arriva mai.



La title-track si apre con un flauto e un arpeggio di chitarra pastorali che non avrebbero sfigurato su un album dei White Willow. Quando entra la flebile voce di Wilson si raggiunge forse il picco espressivo dell’album, essendo questo anche il brano migliore dell’intera collezione. Questo è puro folk psichedelico, arricchito dagli intarsi elettrici della chitarra, poi all’improvviso arriva un breve intermezzo strumentale dissonante, pretestuoso e inconsistente, che poi va a chiudersi fortunatamente con la stessa impostazione della premessa.

Hag è una cantilena mortifera di una monotonia unica che ha solamente un sussulto crimsoniano verso il finale, ma è troppo poco per una ballata deprimente. Un umore che sembra proseguire nella successiva Happy. Ascoltando i delicati arpeggi acustici in tonalità minore, i sospiri di Wilson che possiedono la stessa vitalità di un corteo funebre, il titolo pare puro sarcasmo.

Se uno riesce a sopravvivere a questi due brani letali, si arriva alla strumentale Lock Howl che almeno è ravvivata da un ritmo costante, determinato dalle note gravi della chitarra. Ma è davvero tutto qui, il resto è pura aria fritta.

L’intro di Ljudet Innan è quasi romantico con piano elettrico e falsetto di Åkerfeldt che trasmettono un che di soul. Poi il brano si astrae in un lungo tappeto etereo di tastiere ambient, fino a stagliarsi delicatamente su territori post rock molto simili ai Bark Psychosis. Forse i Storm Corrosion hanno voluto omaggiare i Talk Talk, aggiungendoci un pizzico di psichedelia spaziale, ma Ljudet Innan rimane un brano debole e senza un briciolo di sentimento. Ecco, il sentimento, è questo che forse manca in tutto l’album e si arriva alla fine pensando “Tutto qui?”.

Storm Corrosion avrebbe potuto prendere tante direzioni, Wilson e Åkerfeldt hanno scelto di intraprendere quella meno scontata e sicuramente più coraggiosa, ma fondamentalmente rimane un esperimento non riuscito. Lo avesse prodotto un qualsiasi gruppo prog scandinavo sarebbe passato inosservato o, al limite, come un lavoro minore, ma qui si parla di Steven Wilson e Mikael Åkerfeldt…

http://stormcorrosion.com/

lunedì 23 aprile 2012

Romantic Warriors II - About Rock in Opposition


Due anni fa è uscito in DVD un documentario sul progressive rock intitolato Romantic Warriors. Gli stessi autori Adele Schmidt e José Zegarra Holder hanno deciso di dare un seguito a quel documentario, facalizzando questa seconda parte sul movimento Rock In Opposition e si intitola Romantic Warriors II - About Rock in Opposition. Questi sono i personaggi intervistati per l'occasione:
Chris Cutler (Henry Cow/Art Bears), Gerard Hourbette (Art Zoyd), Marc Hollander (Aksak Maboul), Christian and Stella Vander (Magma), Giorgio Gomelsky, Roger Trigaux (Present), Franco Fabbri (Stormy Six), Lars Krantz (Samla Mammas Manna), Ferdinand Richard (Etron Fou Leloublan), Bruno Meillier (Etron Fou Leloublan), Michel Berckmans (Univers Zero) e Daniel Denis (Univers Zero).

Con performance di band come Aranis - Chamber Rock (Belgium) Guapo - Zeuhl/Post-Rock (England) Hamster Theater - Avant Folk (USA) Magma - Zeuhl (France) Miriodor - Avant Rock (Canada) Present - Heavy Chamber Rock (Belgium) Ruins Alone - Avant Zeuhl (Japan) Sleepytime Gorilla Museum - Avant Metal (USA) Thinking Plague - Avant Rock (USA) Univers Zero - Chamber Rock (Belgium) Yugen - Avant Rock (Italy). E questo è il trailer:



Il documentario è tutt'ora in fase di finanziamento e si può contribuire visitando questa pagina.

http://www.progdocs.com/Home.html

giovedì 19 aprile 2012

Arcane Roots - "Left Fire" esce in CD


Il trio inglese Arcane Roots pubblicherà un'edizione limitata in CD di Left Fire l'11 giugno. Il CD, che anticipa il vero e proprio esordio atteso per l'inizio dell'anno prossimo, sarà corredato da alcune bonus tracks tra le quali il singolo Habibty del quale uscirà anche un video.

La nuova versione di Left Fire (che finora era dispoibile solo in versione digitale) è pre-ordinabile qui.




Limited Edition CD Version:

1 - 'Aus Blauderen Verederen'
2 - 'In This Town'
3 - 'You Are'
4 - 'Home'
5 - 'Rouen'
6 - 'Million Dollar Question'
7 - 'Habibty'
8 - 'Long & Low'
9 - 'Habibty (Extended Version)'
10 - 'You Are (Acoustic)'
11 - 'Rouen (Acoustic)'

 iTunes Version

1 - 'Aus Blauderen Verederen'
2 - 'In This Town'
3 - 'You Are'
4 - 'Home'
5 - 'Rouen'
6 - 'Million Dollar Question'
7 - 'Habibty'
8 - 'Long & Low'
9 - 'Habibty (Extended Version)'
10 - 'You Are (Acoustic)'
11 - 'Rouen (Acoustic)'
13 - 'Habibty (Music Video)'
14 - 'You Are (Music Video)'
15 - 'In This Town (Music Video)'
16 - 'You Are (Live Video)'

http://arcaneroots.bandcamp.com/

mercoledì 18 aprile 2012

Knifeworld - Clairvoyant Fortnight EP (2012)


I Knifeworld pubblicheranno un nuovo EP di tre tracce l'11 giugno, a quasi un anno di distanza dal precedente Dear Lord, No Deal. L'EP è già prenotabile presso il sito The Genepool e tutti coloro che lo ordineranno in anteprima potranno scaricare una versione radio-edit della title-track.

Tracklisting:
Clairvoyant Fortnight
In A Foreign Way

Nota: la versione qui contenuta di In A Foreign Way sarà differente rispetto a quella contenuta nella compilation della label Believers Roast (che potete ascoltare qui sotto).



lunedì 16 aprile 2012

Half Moon Run - Dark Eyes (2012)


Era da tempo che non sentivo un album di indie folk così ben fatto. Gli Half Moon Run ci mettono dentro tutto ciò che serve: ritmo, melodia accattivante, armonie vocali e anche un pizzico di psichedelia. Il bello è che il giovane trio, pur avendo un sound molto americano, proviene dalla parte francofona del Canada, Montréal per essere precisi.

Alcuni episodi di Dark Eyes possono ricordare anche i Radiohead (No More Losing the War, Give Up), ma il gruppo può dirsi soddisfatto nei confronti di una visione alternative personale che gli fa siglare dei gioielli come Full Circle e Call Me in the Afternoon. In ogni caso provare per credere.

domenica 15 aprile 2012

Moving Mountains - New Light EP (2012)


I Moving Mountains pubblicheranno l'EP New Light il 24 aprile via Triple Crown Records. L'EP uscirà sotto forma di vinile 12" di colore bianco e conterrà una card speciale con un codice per il download digitale. Il contenuto dell'EP sono quattro rivistazioni acustiche di pezzi tratti dagli album Pneuma e Waves.

Side 1
Alleviate
Ode We Will Bury Ourselves

Side 2
Where Two Bodies Lie
8105

Moving Mountains - Where Two Bodies Lie [New Light] by MovMou

Moving Mountains - Alleviate [New Light Version] by MovMou



Questo invece è il video della versione originale di Alleviate


Ricordo inoltre che il gruppo sarà in Italia per tre date a giugno:
venerdì 1, Treviso
sabato 2, Milano

giovedì 12 aprile 2012

CYNIC - The Portal Tapes (2012)


Avete presente l’omonimo album d’esordio di Wendy & Lisa, le due pupille di Prince associate alla band The Revolution, che riuscirono a coniugare un pop sofisticato con un’insolita vena funk-jazz data da armonie non convenzionali per quel genere? In caso negativo ve lo consiglio, dato che è una delle migliori perle misconosciute prodotte negli anni ’80, nell’altro caso bene. Poiché su questo The Portal Tapes ci sono almeno tre o quattro brani che non avrebbero sfigurato su quell’album. Il che la dice lunga sulla direzione musicale del controverso The Portal Tapes. Detto ciò non si voglia credere che esso sia un lavoro non meritevole, tutt’altro. Solo che, molto semplicemente, non è un’opera dei Cynic. E a questo punto facciamo un passo indietro. Quando i Cynic cessarono di esistere, nel 1994, Paul Masvidal, Jason Gobel e Sean Reinart reclutarono la cantante Aruna Abrams e formarono i Portal che durarono lo spazio di un solo anno. Nel 1995 fecero in tempo, però, a registrare alcuni demo e proporli all’etichetta Roadrunner che però li rifiutò e non furono mai pubblicati ufficialmente (tranne per qualcosa trapelato nella re-issue di Focus). Lo fa adesso l’attuale etichetta dei Cynic, la Season of Mist, che ha pensato bene di sfruttare il nome più celebre tra le due band.

Sotto un certo punto di vista non c’è da biasimare il gruppo o la casa discografica, poiché questo espediente darà sicuramente più vendibilità al prodotto. Anche se l'anomalia del progetto è stata sottolineata e suggellata dalla decisione di fare pubblicare il materiale in edizione limitata (5000 copie in CD e 1000 in vinile). Certo, c’è da scommettere che il fan medio dei Cynic comprerà ugualmente The Portal Tapes, ma è anche colui che può rimanere più deluso dal contenuto. Quindi, sarebbe il caso di scordarsi Focus o Traced in Air e addentrarsi su The Portal Tapes senza preconcetti. Una volta fatta chiarezza si può dire che, nonostante tutto, qualcosa dei Cynic rivive nei Portal. Spogliati dai loro riff da tech metal futuristico, dalle voci robotiche e dai growl primordiali, quello che rimane è la chitarra di Masvidal ripulita, ma sempre pronta a tessere arpeggi fantasiosi (vicini al recente lato onirico presentato su Re-Traced), la spiritualità delle liriche impressa anche alla musica e la prominenza delle ritmiche tribali. D’altro canto bisognerebbe essere cólti da miopia per non rintracciare affinità con i Cynic, quando poi alle fondamenta dei Portal ci sono ¾ del gruppo originale (all’appello mancava solo il basso stick ultra-tecnico di Sean Malone, sostituito per l’occasione da Chris Kringel).

Quello che fanno Masvidal e soci è di traslare le vestigia fantascientifiche che permeavano il loro tech metal e applicarle senza paura a lidi più prettamente pop rock o meglio AOR. Il gruppo fa di tutto per confondere le acque e tracciare percorsi non ortodossi. Se Mirror Child, Belong e Road to You, con il suo battito funk, sono ascrivibili alla sfera del duo princeiano citato in apertura, racchiusi tra l’anelito sciamanico di Endless Endeavors e le oblique dissonanze della ballad romantica Not the Same si trovano l’alone mistico che aleggia su Karma’s Plight, i cromatismi orientali di Circle, la sensualità metallica di Costumed in Grace che si fa più concreta nell’algida bellezza di Cosmos.

Il tutto è suggellato dalla professionalità di musicisti, ineccepibili nel gusto e nella scelta di armonie alle quali non sfigurerebbe l’appellativo di pop fusion. Quelle dei Portal furono delle suggestive bozze di AOR futuristico e in fondo è un bene che abbiano finalmente trovato la loro strada verso la luce. Inoltre, dato che obiettivamente, da Traced in Air in poi i Cynic stanno lentamente levigando le sonorità più ruvide, c’è da chiedersi se magari il percorso per il prossimo atteso album di inediti passi anche attraverso questo “portale”.




www.cyniconline.com

mercoledì 11 aprile 2012

At The Drive-In reunion show in Austin, TX 9/4/2012

In attesa dell'esibizione a Coachella questo fine settimana, gli At the Drive In hanno iniziato ad Austin il loro tour. Dato che il secondo weekend di Coachella concide con il Record Store Day, per l'evento sarà ristampata in vinile 7" un'edizione limitata a 500 copie dell'EP Vaya del 1999.
Ecco le prime immagini trapelate dallo show e la setlist:

Arc Arsenal
Pattern AgainstUSer
Chanbara
Lopsided
Sleepwalk Capsules
Napoleon Solo
Quarantined
Rascuache
198d
Enfilade
Metronome Arthritis
Pickpocket
Non Zero Possibility
One Armed Scissor
Catacombs





martedì 10 aprile 2012

GATHERER - Regular Frontier EP (2011)

Su consiglio diretto dalla nostra artista neozelandese preferita, Kimbra, vi giro questa interessante band agli esordi di nome Gatherer. Anche loro provengono dalla Nuova Zelanda e all'interno del loro sound hard prog è possibile riconoscere anche l'influenza dei più famosi kiwi-rockers della storia, cioè gli Shihad.

Questo EP di tre brani è uscito lo scorso anno, ma i Gatherer stanno per pubblicare un nuovo album il 7 maggio dal titolo So Be It che conterrà il singolo Regular Frontier. In realtà i Getherer si chiamavano This City Sunrise e avevano delle inclinazioni più orientate verso il post hardcore e, se vi interessa, nel loro sito è ancora possibile scaricare gratuitamente l'EP omonimo.

Gatherer - Regular Frontier by ElevenfiftySeven Records


Gatherer - Regular Frontier from Alastair Tye Samson on Vimeo.



Gatherer - Sinister from 1157Records on Vimeo.



http://gatherer.bandcamp.com/

lunedì 9 aprile 2012

Ramona Falls - Prophet (2012)


Come già anticipato il secondo album dei Ramona Falls uscirà il primo maggio. Intanto, oltre ad essere stato reso noto un altro brano - Sqworm -, Brent Knopf ha deciso di anticipare in un video l'artwork del CD Prophet che devo dire è uno dei più elaborati che abbia mai visto.



http://www.ramonafalls.com/

venerdì 6 aprile 2012

Introducing Mammal Club


Questa giovane band proveniente da Newcastle Upon Tyne pu contando per ora su un solo EP all'attivo (uscito lo scorso anno), ha già scomodato paragoni eccellenti con alcuni dei nomi più sofisticati della scena avant pop inglese come Everything Everything (con i quali hanno suonato in alcuni concerti) e Foals. Di mio ci aggiungerei anche i recenti Tomahawks for Targets e Tubelord. Da queste premesse si sarà capito che siamo di fronte ad un obliquo electro pop sopra la media, non scontato e che sa usare il cervello, ma non rinuncia alla melodia.

I Mammal Club pubblicheranno un nuovo singolo il 21 maggio. Si tratta di Painting/Toward You with Lust che potete ascoltare entrambe di seguito insieme a The Au EP. Se queste sono le premesse un eventuale album sarà sicuramente da tenere in considerazione.




martedì 3 aprile 2012

Dirty Projectors - Swing Lo Magellan (2012)



I newyorkesi Dirty Projectors hanno annunciato l'uscita del nuovo CD, Swing Lo Magellan, per il 10 luglio. Per ora hanno reso noto il singolo Gun Has No Trigger, che sembra deviare nettamente dallo sperimentalismo elettro-acustico di Bitte Orca, lavoro che avevo abbastanza apprezzato. All'epoca qualcuno paragonò la band agli Yes soprattutto a causa dell'uso delle polifonie vocali e le intricate trame. In effetti, anche se il leader David Longstreth ammetteva di non averli mai ascoltati, qualcosa di Yes lo si poteva trovare, ma il riferimento dei Dirty Projectors rimangono piuttosto i Talking Heads.

Tracklist:

"Offspring Are Blank"
"About to Die"
"Gun Has No Trigger"
"Swing Lo Magellan"
"Just from Chevron"
"Dance for You"
"Maybe That Was It"
"Impregnable Question"
"See What She Seeing"
"The Socialites"
"Unto Caesar"
"Irresponsible Tune"

Dirty Projectors - Gun Has No Trigger by DominoRecordCo

Per chi non conoscesse i Dirty Projectors ecco due brani tratti da Bitte Orca:

Stillness Is The Move by Dirty Projectors

Useful Chamber by Dirty Projectors

Infine un brano con Bjork come ospite:

VII All We Are by Dirty Projectors

http://www.dirtyprojectors.net/